Sgombero del condominio di viale Primo Maggio. La storia di Ginler

SESTO FIORENTINO – Bloccati questa mattina gli accessi a viale Primo Maggio: dalle 8.30 circa sono iniziate le operazioni per lo sgombero per il condominio occupato da una decina di famiglie, alcune con figli minorenni quasi tutti rumeni, marocchini e peruviani. Molte famiglie che qui, dieci anni fa nel 2011, hanno trovato un alloggio, hanno […]

SESTO FIORENTINO – Bloccati questa mattina gli accessi a viale Primo Maggio: dalle 8.30 circa sono iniziate le operazioni per lo sgombero per il condominio occupato da una decina di famiglie, alcune con figli minorenni quasi tutti rumeni, marocchini e peruviani. Molte famiglie che qui, dieci anni fa nel 2011, hanno trovato un alloggio, hanno un lavoro, pagano le bollette e mentre i figli frequentano le scuole. E’ il caso di Ginler, rumeno con il nome “difficile” dice mentre noi cerchiamo di capire come scriverlo, rivela che anche al lavoro lo chiamano in modo sempre diverso. Sono quattro in famiglia, lui e sua moglie hanno un lavoro, i figli sono minorenni uno di 15 e l’altro di 5 anni. Stanno aspettando di parlare con gli addetti dei servizi sociali del Comune di Sesto Fiorentino, adesso Ginler è in attesa, nell’area antistante la Casa del Guidi, preoccupato per quello che potrebbe accadere. “Dicono che potrebbero dividerci, ma io non voglio questo, voglio stare con la mia famiglia – dice Ginler – sono arrivato qui dieci anni fa, sono residente e ho un lavoro”. Perchè non ha cercato una casa in affitto? “Ci ho provato – racconta Ginler – ma non so perchè nessuno vuole o può affittare alla mia famiglia un appartamento. Eppure da quando sono qui ho sempre pagato le bollette”.

“Queste sono famiglie come altre dove le persone lavorano, vorrebbero riuscere ad ottenere una casa in affitto, – dice Said Lamhel del Movimento di lotta per la casa – le famiglie che stanno qui è perchè non hanno trovato l’affitto. E ora con il mercato libero è ancora più difficile. Qualcuno può pensare che questi occupanti siano abituati a vivere così e che passino da un’occupazione ad un’altra, ma non così perchè l’occupazione è un passaggio breve in modo da permettere alle persone di rendersi autonome”. 

Da una finestra si affaccia una giovane donna, da un balcone ci sono alcuni bambini che giocano. Altre persone sono in attesa di parlare con gl addetti ai servizi sociali. In questa giornata di fresca primavera, le famiglie dello stabile sanno che dovranno abbandonare la loro casa. Lo sgombero era stato annunciato già a aprile scorso. “E’ stato rinviato – racconta Lamhel – sia perchè c’erano problemi dei bambini con la scuola ed è stato rimandato poi a luglio, ma la pandemia ha bloccato tutto. Il problema è che in questo periodo non è stata trovata alcuna soluzione da parte dell’amministrazione comunale. Sono stati fatti incontri con il sindaco e con il Prefetto perchè ci sono anche persone malate oltre che bambini e poi c’è stato Ramadan e la pandemia. Fino ad ora non è stata indicata alcuna struttura. Abbiamo chiesto per le famiglie con lavoro e reddito di fare il Comune garante, in modo da mandare la famiglia direttamente nella casa dove pagare l’affitto”. Ma per ora…