“Si chiamava Edoardo”: sicurezza stradale, la battaglia continua

Luigi e Patrizia Morosi non si sono mai persi d’animo da quel 14 giugno 2010 quando Edoardo, “Edo” per gli amici, in sella al suo motorino, venne travolto e ucciso in via dei Colli da un’auto che viaggiava a velocità, per usare un eufemismo, sostenuta. “Edo” non aveva ancora quindici anni, aveva appena fatto il […]

Luigi e Patrizia Morosi non si sono mai persi d’animo da quel 14 giugno 2010 quando Edoardo, “Edo” per gli amici, in sella al suo motorino, venne travolto e ucciso in via dei Colli da un’auto che viaggiava a velocità, per usare un eufemismo, sostenuta. “Edo” non aveva ancora quindici anni, aveva appena fatto il pieno di miscela al distributore, e nonostante avesse il casco allacciato, non ebbe via di scampo. Non a caso, in questi anni i suoi genitori, insieme a tantissimi amici e agli altri familiari, hanno dato vita a una significativa battaglia per la sicurezza sulla strada. E proprio in questi giorni, a pochi metri dal luogo dell’incidente, è stato posizionato un cartello con la foto di “Edo” e la scritta “Si chiamava Edoardo”. Un cartello voluto fortemente dai genitori nella speranza che, oltre a ricordare quella tragedia, possa servire da monito a chi ogni giorno si mette alla guida invitandolo a una maggiore prudenza e responsabilità.