Si fa chiarezza sulla morte di Alfredo Pierantozzi, martire antifascista

CALENZANO – Presentati il 30 settembre al Comitato Comunale Antifascista gli esiti delle ricerche sulla morte del Maresciallo dei Carabinieri Alfredo Pierantozzi, ucciso a Valibona il 3 gennaio 1944, in circostanze mai chiarite. “Abbiamo iniziato le ricerche nel 70° anniversario della Liberazione – ha spiegato il Sindaco Alessio Biagioli – per rispondere ad un’esigenza ancora sentita dalla popolazione di […]

CALENZANO – Presentati il 30 settembre al Comitato Comunale Antifascista gli esiti delle ricerche sulla morte del Maresciallo dei Carabinieri Alfredo Pierantozzi, ucciso a Valibona il 3 gennaio 1944, in circostanze mai chiarite. “Abbiamo iniziato le ricerche nel 70° anniversario della Liberazione – ha spiegato il Sindaco Alessio Biagioli – per rispondere ad un’esigenza ancora sentita dalla popolazione di Calenzano”. Varie testimonianze popolari infatti ricordavano il Maresciallo come un uomo giusto che, anche se iscritto alla Repubblica Sociale, cosa obbligatoria per chi ricopriva quel ruolo in quell’epoca, metteva le esigenze dei cittadini di Calenzano davanti a tutto; si racconta infatti che abbia protetto dei renitenti alla leva, ignorando volutamente dove erano nascosti, che abbia aiutato delle persone finite in carcere per aver offeso i fascisti e che in generale si mettesse sempre dalla parte della popolazione. Sebbene non vi siano documenti che lo attestino, la voce che circolava a Calenzano è che a Valibona Pierantozzi si sarebbe opposto alle rappresaglie sui contadini dopo la fine della battaglia e che per questo motivo sarebbe stato ucciso dagli stessi repubblichini.
SEcondo il Comitatao, l’analisi documentale mostrerebbe una vicenda anomala, come se qualcuno avesse cercato di sistemare le cose dopo, per far apparire il Maresciallo come una delle vittime dei partigiani a Valibona. Ma l’originale del certificato di morte di Pierantozzi, recentemente ritrovato, parlerebbe di un colpo di arma da fuoco alla testa, cosa che avvalora l’ipotesi di un’esecuzione sommaria e che contrasta con i documenti ufficiali che parlano di colpi di mitragliatrice. Le varie incongruenze, insieme alle testimonianze sul carattere del Maresciallo, hanno fatto pensare ai membri del Comitato  e che nel gennaio 1944 Pierantozzi si sia trovato, suo malgrado, a dover accompagnare le forze Repubblichine a Valibona ma che in realtà non abbia mai partecipato alla battaglia e che sia stato ucciso perché si opponeva alle violenze sui civili. A questo punto inizierà un percorso istituzionale per valutare se e come riabilitare il Maresciallo come martire del fascismo.

F. G.