SI: “Multiutility, con il referendum del 2011 i cittadini italiani si sono espressi per la ripubblicizzazione del servizio idrico”

CAMPI BISENZIO – Il tema della multiutility è stato spesso al centro del dibattito politico nelle ultime settimane. Un dibattito in cui interviene oggi Sinistra Italiana Campi Bisenzio. “Molti sindaci, e in particolare il sindaco di Firenze, – dice il segretario Andrea Morreale – si sono espressi per tenere fede al risultato referendario, parlando apertamente […]

CAMPI BISENZIO – Il tema della multiutility è stato spesso al centro del dibattito politico nelle ultime settimane. Un dibattito in cui interviene oggi Sinistra Italiana Campi Bisenzio. “Molti sindaci, e in particolare il sindaco di Firenze, – dice il segretario Andrea Morreale – si sono espressi per tenere fede al risultato referendario, parlando apertamente di ripubblicizzazione del servizio idrico. Ultimamente, però, i sindaci di Firenze, Prato ed Empoli, unitamente ad altri 18, fra cui il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, nel corso della recente assemblea dei sindaci di Consiag, hanno proposto la creazione di un’unica società per azioni regionale multi servizi (multiutility) relativamente alla gestione del servizio idrico integrato, dei rifiuti e distribuzione gas metano, da quotare in borsa con l’obbiettivo dichiarato di voler competere sul mercato”.

“Sinistra Italiana di Campi Bisenzio – aggiunge Morreale – è molto preoccupata per la nascita di questa multiutility e fermamente contraria al fatto che venga quotata in borsa e soggetta quindi a scalate da parte di società (anche multinazionali) che mettono il profitto e solo il profitto nelle loro priorità. Per questo riteniamo che debba esserci uno stretto legame fra chi eroga certi servizi e chi ne usufruisce, fra il territorio e chi vi opera. E’ già successo in zone non lontane dalla nostra che certi servizi siano finiti in mano a multinazionali con conseguenze facilmente immaginabili: nell’aretino, dove la gestione del servizio idrico è finita in mano a una società francese, l’acqua era arrivata a costare uno sproposito, quasi come fosse champagne…”,

“Conoscendo le difficoltà che i Comuni stanno attraversando bisogna riuscire a evitare che, stretti dalla necessità di fare cassa, vendano le loro quote, così come ha fatto il Comune di Campi con la sua partecipazione in Alia, diventando un utente qualsiasi e non un comproprietario. E’ vero che una partecipazione di secondo livello (ci si perdoni la definizione) esiste sempre tramite Consiag che partecipa ad Alia ed è a sua volta partecipato dal Comune di Campi. Ma questi giochini di scatole cinesi le lasciamo volentieri a chi gioca in borsa”.

“L’acqua, il recupero e la valorizzazione della frazione organica dei fanghi da depurazione e della spremitura della frazione organica dei rifiuti, il vetro, le plastiche e altri, l’efficienza energetica dell’intero patrimonio immobiliare pubblico e privato diventerebbero in ostaggio della finanza e non più la base del futuro condiviso, legato ai diritti di cittadinanza e alla tutela delle biodiversità toscane. I cittadini, e i Comuni in loro rappresentanza, devono essere i proprietari effettivi di queste aziende, non dei consumatori passivi che soggiacciono a scelte spesso in contrasto con i loro reali interessi”.

“A questo riguardo – conclude Morreale – Sinistra Italiana di Campi Bisenzio auspica che multiutility o non multiutility le società pubbliche erogatrici dei servizi in questione, e in particolare Publiacqua ed Estra, rivedano le voci che mettono in bolletta, perché di fronte a un costo “x” per la materia prima fornita vengano poi aggiunti balzelli e oneri che portano a più che raddoppiare il costo totale a carico dell’utente: siamo fruitori di servizi, non “mucche da mungere”… Alla luce di tutto quanto sopra esposto Sinistra Italiana di Campi Bisenzio invita tutto il consiglio comunale, la giunta e il sindaco a mantenere fede alla volontà popolare espressa nel referendum del 2011; che l’unica forma di controllo debba essere quella totalmente ed esclusivamente pubblica e che i profitti vengano utilizzati anche per abbattere i costi per i cittadini/utenti”.