Si scrive “ESG”, si legge “rivoluzione” a vantaggio di aziende e privati

CAMPI BISENZIO – Si scrive “ESG”, si può leggere come una rivoluzione a vantaggio di aziende e privati. “ESG” sta per Environmental Social e Governance e a spiegarci meglio di cosa si tratta è Massimo Cerbai che con Cna ha già fatto avuto due incontri nelle passata settimane. Da dove nascono questi protocolli e di […]

CAMPI BISENZIO – Si scrive “ESG”, si può leggere come una rivoluzione a vantaggio di aziende e privati. “ESG” sta per Environmental Social e Governance e a spiegarci meglio di cosa si tratta è Massimo Cerbai che con Cna ha già fatto avuto due incontri nelle passata settimane.

Da dove nascono questi protocolli e di cosa si tratta?

“Tutto nasce dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite sottoscritta anche dall’Italia. Ci sono riportati 17 obiettivi che vanno dalla sconfitta della povertà e della fame nel mondo alla possibilità di avere un lavoro dignitoso, solo per fare solo degli esempi: ecco, su questi principi e su molti altri si svilupperà tutta l’economia dei prossimi trenta-quarant’anni. Obiettivi che storicamente possiamo trovare nei discorsi di Olivetti negli anni ’50, nella sua definizione di fabbrica che non deve guardare solo ai profitti, nel discorso di Kennedy nel ’68 sul Pil poco prima di essere assassinato oppure nella definizione stessa di sviluppo sostenibile del 1987”.

Perché considerare gli “ESG” una rivoluzione, un obbligo e un vantaggio?

“L’intreccio fra principi ambientali, sociali e di governance e gli effetti che questi produrranno sul credito, è veramente dirompente, una vera e propria rivoluzione che fa un po’ paura, come tutti i cambiamenti, ma è epocale e permetterà alle nostre aziende e a chi ci lavora, di fare un salto in avanti importante. Le nostre aziende saranno “misurate”, oltre che con i classici indici legati alla loro solvibilità, anche per i principi appunto ambientali, sociali e di gestione entro il 2026. Più un’azienda sviluppa questi principi, più avrà un rating alto e un accesso al credito facilitato a costi anche più accessibili. Le grandi aziende sono già obbligate ad avere filiere produttive certificate, quindi stanno spingendo perché i fornitori a loro volta lo siano, il vantaggio è di farsi trovare pronti, essere più appetibili e avere un leva commerciale più forte. L’ambiente ne avrà un giovamento, come le condizione di lavoro dei dipendenti. Un intreccio virtuoso di sostenibilità a 360°”.

Quali sono le pratiche dovranno mettere in campo le aziende?

“In sostanza cose che si conoscono già, sia per la parte ambientale, come riuscire ad abbattere i costi con l’efficientemento o con la compensazione, al fine di rendersi carbon neutral, anche con nuove soluzioni che si stanno realizzando. Per la parte social e di governance andranno creati dei protocolli di lavoro per migliorare l’impatto sociale delle imprese, puntare alla parità di genere, dare ai propri dipendenti nuovi benefit, solo per fare sempre degli esempi. Tutto andrà nella direzione della sostenibilità nel senso più ampio del termine e dell’efficienza produttiva”.

Cosa si intende per compensazione?

“La compensazione è quella pratica che consente alle aziende che fanno efficientemento su se stesse e che non riescono, per motivi diversi, a rendersi carbon neutral, di andare a fare investimenti in altri ambiti, come il rimboschimento o la gestione forestale, oppure la rigenerazione urbana. Questo fa innescare anche un altro meccanismo virtuoso, quello della gestione boschiva molto spesso vista come un costo e che invece diventa un vantaggio enorme, perché questa buona pratica permette un maggior assorbimento di anidride carbonica che consente appunto la compensazione a cui facevo riferimento prima. Le periferie del nostro paese, le zone montane o rurali stanno per acquisire un grande vantaggio, forse quasi inaspettato, essendo un bacino di risorse ambientali enorme”.

Ci saranno dei costi importanti per tutte queste nuove pratiche?

“In realtà i costi, paradossalmente, negli anni sono diminuiti. Io mi occupo di efficientamento dal 2006 e i prezzi di oggi sono meno della metà di quando ho iniziato. Per esempio, per la compensazione le aziende si possono anche consorziare e dividere le spese e di conseguenza i benefici. Insomma di soluzioni ce ne sono tante.

Per i privati che vantaggi ci saranno?

“Rispetto alle aziende siamo più indietro, ma se l’idea è quella di migliorare l’efficienza energetica e le emissioni in atmosfera, il cittadino che proporrà tali obiettivi per la sua abitazione avrà costi di finanziamento più bassi. Ma ne riparleremo più avanti. Per concludere posso affermare che siamo in un momento paradossalmente favorevole, questo cambio epocale non può che essere di enorme vantaggio per l’ambiente, l’economia, i lavoratori e dobbiamo essere pronti, senza paura a riceverlo e a sostenerlo. Chi pensa che la decrescita sia la vera soluzione si sbaglia perché vorrebbe dire rimanere così come siamo. Solo lo sviluppo ma equo e sostenibile può salvare questo pianete insieme a chi ci abita. E i principi “ESG” saranno il perno principale su cui ci baseremo nei prossimi 20 anni”.