Sicurezza negli ospedali: “No al licenziamento dei lavoratori Gsa”

FIRENZE – Nella vita, chi scrive, è sempre stato per la divisione, anzi la distinzione dei ruoli. Con la consapevolezza che ognuno di noi possa ma soprattutto debba fare ciò per cui è più meritevole o che è in grado di fare. Con il massimo rispetto per tutte le professioni. Una professione, un lavoro, un […]

FIRENZE – Nella vita, chi scrive, è sempre stato per la divisione, anzi la distinzione dei ruoli. Con la consapevolezza che ognuno di noi possa ma soprattutto debba fare ciò per cui è più meritevole o che è in grado di fare. Con il massimo rispetto per tutte le professioni. Una professione, un lavoro, un progetto di vita, “Una scelta di vita”, che per 23 persone è seriamente a rischio. In tempi brevi fra l’altro, dall’inizio di luglio. Sono di Firenze e di alcuni Comuni della Piana, sono una parte dei 43 dipendenti della Gsa (gran parte di loro, una trentina, volontari discontinui dei Vigili del fuoco) che si occupano di vari servizi (dall’antincendio a quello altrettanto fondamentale degli ascensori in caso di guasto, solo per fare due esempi) in cinque ospedali della Asl Toscana centro: Santa Maria Nuova, San Giovanni di Dio a Torregalli, Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, Santi Cosma e Damiano a Pescia e Meyer, che però è gestito privatamente. Una loro delegazione ci ha contattati perché la volontà sarebbe quella di non rinnovare le gare di appalto, sostituendo il personale – qualificato – addetto alla gestione delle emergenze con operatori socio-sanitari. Che seguirebbero sicuramente un apposito corso di formazione ma difficilmente potrebbero avere la stessa preparazione dei “classici addetti all’antincendio”, distogliendo fra l’altro gli stessi OSS dai normali compiti ospedalieri. Anche questi non di poco conto. E fra le parole che hanno pronunciato, oltre a quelle “spese” per illustrarci la vicenda dal punto di vista tecnico, ce ne sono state alcune che non lasciano spazio a nessuna interpretazione: “Si parla della vita di tante famiglie, con problemi ed esigenze diverse, siamo disperati”. Una vicenda su cui si è espresso Yuri Vigiani (Filcams): “Dopo quasi un anno dalla aggiudicazione della gara Estar alla stessa azienda che già lavorava su quell’appalto, è arrivata la notizia che la Asl non attiverà il servizio in appalto e assegnerà tali compiti a lavoratori che dovranno essere assunti e formati con un contratto di OSS. Questo comporterà nell’immediato la perdita di numerosi posti di lavoro e la messa in pericolo di chi lavora o è ricoverato in tali strutture. Solo alcuni giorni fa, in Camera del Lavoro a Firenze, si sono presentati parte di quei lavoratori, circa una ventina, visibilmente alterati, che, stando così le cose, si ritroveranno senza un lavoro dal 1 luglio. In quella occasione è stato difficile riportare la calma, che è arrivata solo dopo aver preso come Filcams e Funzione Pubblica l’impegno di trovare una soluzione politica. A oggi, però, nessuna soluzione concreta e formale di un mantenimento professionale e occupazionale è stata avanzata dalla Asl per mezzo della Funzione Pubblica. Il tempo scorre inesorabilmente e non possiamo permetterci di lasciare soli e senza un lavoro questi lavoratori. Pertanto vi preannuncio che a breve mi riunirò in assemblea con loro e insieme decideremo quali iniziative di mobilitazione metteremo in campo”. Della questione si sono interessati e si stanno interessando tuttora alcuni consiglieri regionali: la speranza è che possa risolversi positivamente.