SIGNA – E’ stata la Pieve di San Giovanni Battista a Signa a ospitare la celebrazione della Santa Messa organizzata dalle sezioni di Signa e Lastra a Signa dell’Associazione nazionale carabinieri nel decimo anniversario dalla strage di Nassirya. Una cerimonia toccante, concelebrata da monsignor Mauro Tramontano, cappellano regionale dell’Arma dei carabinieri, don Alessandro Tucci, pievano di Signa, e don Stefano Cherici , vicario delle Signe. Una cerimonia resa ancora più ricca di emozioni dalla presenza della signora Paola Coen Gialli, la moglie del sottotenente Enzo Fregosi, caduto proprio a Nassiriya, e dalla mamma del sottotenente Enrico Frassanito, morto invece successivamente mentre prestava servizio. “Il mio grazie – ha detto la signora Coen Gialli – va a tutti gli italiani perché non c’è una piazza, una caserma, una strada che non ricordi Nassiriya. E non dimentico la fila ininterrotta di gente per rendere omaggio ai feretri nella Sala delle Bandiere, né la folla immensa ai funerali”. E in tanti hanno voluto essere presenti anche a Signa (oltre a tanta gente comune, c’erano per esempio i gonfaloni dei Comuni di Signa e Lastra a Signa, la Misericordia di San Mauro e la Pubblica Assistenza di Signa, le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e le sorelle della sottosezione Firenze nord dell’Unitalsi; fra i presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Taurelli Salimbeni, e il tenente Claudia Mesina, comandante della compagnia di Signa) “per ricordare un attentato – ha detto monsignor Tramontano nella sua omelia – che ha segnato per sempre la storia del nostro paese”. Un attentato in cui persero la vita diciannove persone (dodici delle quali erano appunto carabinieri) e che “merita sempre – ha aggiunto il “parroco” dei carabinieri, così come monsignor Tramontano si è definito – una doverosa memoria”. Prima della Santa Messa era stata deposta una corona alla memoria dei caduti accanto al palazzo comunale e le note del “Silenzio fuori ordinanza” suonate dalla tromba della Filarmonica Giuseppe Verdi di Signa hanno fatto scorrere in tutti i presenti un brivido di emozione mentre Signa era avvolta da un suggestivo silenzio. Un silenzio “scosso” dalle parole di monsignor Tramontano quando ha ricordato le vittime di Nassirya (“Reverenti ci inchiniamo di fronte al vostro sacrificio”) ma anche le vittime del lavoro “di questi tempi bui, tempi in cui la paura è ladra di speranza, che invece è la sola che può farci uscire dalla spirale di angoscia che stiamo vivendo”.
Pier Francesco Nesti