“Signa Temporis” a “caccia” della statua di Felice Cavallotti. Ma anche per i sommozzatori la corrente dell’Arno è troppo forte

SIGNA – La passione di un gruppo di amici, il desiderio di andare alla ricerca – e possibilmente scoprire – i “segreti” che hanno consentito di scrivere la storia del nostro Comune. Queste le origini di “Signa Temporis”: tutto è nato tutto da una passione comune e da alcuni amici che hanno iniziato a riunirsi […]

SIGNA – La passione di un gruppo di amici, il desiderio di andare alla ricerca – e possibilmente scoprire – i “segreti” che hanno consentito di scrivere la storia del nostro Comune. Queste le origini di “Signa Temporis”: tutto è nato tutto da una passione comune e da alcuni amici che hanno iniziato a riunirsi sempre più spesso per godere appunto di questo interesse condiviso. Non molto tempo dopo, con la stampa delle prime magliette con il logo, è nato ufficialmente “Signa Temporis” il cui presidente è Matteo Mannelli mentre il vice-presidente è l’archeologo Gianluca Romanelli.

In altre parole quello che è a tutti gli effetti un comitato e che oggi, sabato 30 aprile, ha effettuato una vera e propria supervisione, grazie alla preziosa collaborazione di una squadra di sommozzatori, dei fondali del vecchio ponte di Signa di cui “si hanno notizie – spiegano – dal 1211”. Una missione nata con un duplice obbiettivo: la ricostruzione fotografica dei pilastri del vecchio ponte, al fine di scoprirne le origini, e l’individuazione della statua di Felice Cavallotti, gettata in Arno dal Ponte nel 1926 da parte di una squadra fascista. “Tale operazione – aggiungono da “Signa Temporis” – è stata coordinata dal responsabile protezione civile del Comune di Signa, Alessandro Minucci che ringraziamo, con annessa comunicazione agli enti e alle associazioni (la Pubblica Assistenza di Signa e la Misericordia di San Mauro) per garantire la sicurezza dell’intervento mentre i sommozzatori erano del gruppo Sub Prato Associazione Subacquea”.

Purtroppo, l’esito non è stato quello sperato e la ricognizione sulla prima pigna, in direzione Montelupo, pur con una corrente troppo forte, non ha permesso di rinvenire la preziosa statua “ma solo sassi e ciottolame”. A quanto pare, però, la corrente non l’avrebbe spostata: “Quindi, se non è stata dragata via, dovrebbe esserci. Purtroppo, per la forte corrente, dovremo rifare l’operazione”.