Simona, 42 chilometri di corsa per la sorella Alessandra: “La medaglia della maratona di Roma adesso viaggia con lei”

CAMPI BISENZIO – Per raccontare certe storie, non puoi aspettare. Le devi scrivere subito, cercando di trasmettere le emozioni che ti hanno fatto “respirare”. Le devi scrivere appena hai parlato con chi ti ha raccontato quello che ha vissuto. E, con quello che ha vissuto, nonostante tutto, vuole dare un senso alla propria vita. E’ […]

CAMPI BISENZIO – Per raccontare certe storie, non puoi aspettare. Le devi scrivere subito, cercando di trasmettere le emozioni che ti hanno fatto “respirare”. Le devi scrivere appena hai parlato con chi ti ha raccontato quello che ha vissuto. E, con quello che ha vissuto, nonostante tutto, vuole dare un senso alla propria vita. E’ così anche questa volta, dopo aver incontrato Simona Cocci, orgogliosamente capallese doc, reduce dalla maratona di Roma insieme agli amici dell’Atletica Campi Run, che ha voluto tagliare il traguardo della gara con un unico pensiero: quello della sorella Alessandra, scomparsa pochi giorni dopo quando invece sembrava che il finale della sua “corsa” fosse completamente diverso. Già, perché se il destino tante volte è beffardo, con Simona e la sua famiglia lo è stato fin troppo. Ma a fare da fil rouge al suo racconto è stato sempre il sorriso. Il sorriso di una donna che ha corso i 42,195 metri della gara più bella di tutte nell’atletica leggera convinta che, oltre a lei, ce l’avrebbe fatta anche la sorella a vincere la battaglia con la malattia.

Una malattia scoperta a novembre dell’anno scorso durante una visita di routine, in quel 2020 in cui il Covid aveva annullato anche la maratona di Roma, che si sarebbe dovuta correre nel mese di marzo. Appuntamento rinviato di oltre un anno, quindi, con gli allenamenti di Simona che sono andati di pari passo con i cicli di chemio della sorella Alessandra. Due maratone in una e un unico traguardo da tagliare. “Gare” diverse ma parallele, “cementate” dall’amore delle rispettive famiglie e da un’unione che è difficile trovare al giorno d’oggi. Simona, infatti, aveva già corso una maratona, quella di Firenze nel 2019, e la sorella l’aveva sempre sostenuta nella sua passione per la corsa. Una passione nata da piccola, poi abbandonata e ripresa con grandissimo entusiasmo grazie anche ai colori gialloblu dell’Atletica Campi Run. Poi era arrivato il lockdown e tutto si è fermato. Così, quando è stata ufficializzata la data della corsa, il 19 settembre, Simona, che nel 1992 aveva già perso un fratello, Alessandro, in un incidente stradale, ha pensato che questa volta la storia avrebbe potuto concludersi in modo diverso. “Ma il destino, – dice – il nostro destino non lo “scriviamo” noi…”.

Il 19 settembre, fra l’altro, è anche il compleanno di Alessandra e Simona ha pensato a un unico regalo da farle: una delle due medaglie (quella della maratona annullata l’anno scorso e quella del 2021) che avrebbe portato a casa una volta tagliato il traguardo. E così è stato, sospinta anche dagli incoraggiamenti dei compagni di squadra, insieme ai quali, direttamente da Roma, le ha inviato un videomessaggio di auguri: “Ero contenta perché sembrava che dopo l’ultimo ciclo di chemio, la malattia potesse essere sconfitta ed entrambe avremmo tagliato il nostro personale traguardo”. Un traguardo, nel caso di Alessandra, “dopo avere combattuto per mesi come una leonessa”. Da una parte la corsa per la medaglia, portata a termine in quattro ore e mezzo, dall’altra la corsa per la vita. Il mercoledì successivo alla maratona, invece, Alessandra è stata ricoverata in ospedale a causa di un’infezione e purtroppo non ce l’ha fatta, lasciando il marito e due figlie. “E’ stata un esempio di donna coraggiosa, quel coraggio che spesso manca a ognuno di noi nell’affrontare le difficoltà quotidiane”. Difficoltà che, di fronte a sfide del genere, non hanno alcun valore.

Simona, insomma, ha voluto rendere omaggio alla sorella fino in fondo – così come lo sta facendo tuttora, sempre con il sorriso – e ha scritto anche agli organizzatori della corsa che le hanno risposto commossi, come si può leggere nello screenshot del messaggio che pubblichiamo. Adesso, anche se sicuramente non è facile, c’è solo da tornare a correre, con il pensiero che “quella medaglia adesso viaggia con lei” e che il coraggio non è proprio da tutti. Questa storia ce lo ha insegnato. Questa storia ci ha raccontato che la vita va sempre vissuta.