Sinistra Italiana, il lavoro che cambia dopo la pandemia

SESTO FIORENTINO – Il tema del lavoro e del suo cambiamento dopo la pandemia con l’arrivo prepotente dello smartworking è stato al centro di un incontro online, avvenuto ieri sera 3 maggio, organizzato da Sinistra Italiana di Sesto Fiorentino e visibile sulla pagina Facebook del gruppo politico. Ha iniziato la serata Simone Pinelli, lavoratore Rsu Cartonificio Fiorentino. […]

SESTO FIORENTINO – Il tema del lavoro e del suo cambiamento dopo la pandemia con l’arrivo prepotente dello smartworking è stato al centro di un incontro online, avvenuto ieri sera 3 maggio, organizzato da Sinistra Italiana di Sesto Fiorentino e visibile sulla pagina Facebook del gruppo politico. Ha iniziato la serata Simone Pinelli, lavoratore Rsu Cartonificio Fiorentino. Che ha raccontato la vicenda della sua azienda di viale Ariosto

“Siamo una realtà importantre nel nostro settore a livello anche internazionale. – ha detto Pinelli – Per fortuna la crisi covid ci ha solo sfiorato. La proprietà vuole però cancellare la nostra sede per riunirla con la sede di Altopascio. Noi ci siamo sempre battuti, sostenuti anche dall’amministrazione di Sesto. La nostra azienda proprietaria, la Progest, non è abituata a sistemi di contrattazione sindacale a cui siamo abituati in Toscana, per questo si avverte una certa tensione. Speriamo tuttavia si arrivi ad un accordo soddisfacente”.

Ha proseguito Francesco Belli della cooperativa ElleUno sede in Piemonte che gestisce la Rsa di Villa Solaria . “Dopo un anno difficile per il nostro settore e in cui più di una volta ci sono state tensioni tra lavoratori e azienda – ha spiegato – si è arrivati alla decisione unilaterale di tagliare alcuni benefici come la tredicesima ma soprattutto il pagamento dei primi tre giorni di malattia. Una decisione che sarebbe ingiusta sempre ma ancora più assurda in questo periodo di pandemia perché pone il lavoratore che magari non si sente tanto bene e ha qualche sintomo influenzale di fronte a un dilemma morale: andare a lavoro dicendosi che sicuramente non sarà niente, o rinunciare a un giorno di paga in uno stipendio già ridotto?”

Paola Galgani ha parlato della condizioe del lavoro nell’area fiorentina. Che già presentava criticità: una precarietà sempre più spinta nei lavori legati al turismo, che pure a Firenze non sono stagionali ma durano tutto l’anno; un disinvestimento nelle politiche di stabilizzazione e nella creazione di realtà durevoli. Problemi appunto già esistenti che sono poi esplosi con la Pandemia. Il Job Act è stato un modo per regolamentare e regolarizzare ciò che doveva essere solo temporaneo; non stabilizzare ciò che era precario, ma giustificare i metodi della precarizzazione. – ha detto Federico Martelloni – Prima della pandemia tuttavia c’è stata una inversione di tendenza; ci hanno provato con il governo Conte 1, l’ha fatto la Corte di Cassazione demolendo gran parte del Job Act. La mia proposta è assolutamente di demolire tutto il sistema dei servizi in appalto, di lavoro dato a minor prezzo e con meno diritti”. Paola Galgani ha parlato dei problemi dello smart working, un tema difficile che tocca tanti ambiti.

La famiglia, le tutele sindacali, la possibilità di riunirsi, le possibilità tecniche e tecnologiche chiedendosi se potrebbe essere anche una svolta positiva o meno, per i lavoratori e l’ambiente. A questo risponde Martelloni “la pandemia potrà offrire opportunità per l’ambiente, ma il cambiamento non verrà da solo: occorreranno scelte politiche”. A concludere un video di Ruben Zappoli, rider di Just Eat, che ha spiegato le tante difficoltà della pandemia, a partire dalla fase iniziali senza nessuna mascherina per proteggersi. Le rivendicazioni sono sempre le stesse, anche se adesso la contrattualizzazione è un passo avanti: non il paradiso, ma passare dal 1780 al 1960 in un passo. E ha concluso con il ricordo commosso di un compagno da poco scomparso e alcune parole “Un passo indietro neanche per prendere la rincorsa. Avanti al lavoro alla lotta”. Tutti gli intervenuti concordano su un paradosso: questi nuovi lavori “smart” sono roba da secolo scorso, e non è mancato tra gli ospiti chi ha ricordato il lavoro a cottimo a casa degli anni ’60, su cui si giocò il boom economico ma senza diritti.