Soldi per “chiudere un occhio”: di nuovo in manette due ex carabinieri dei Nas in concorso con due intermediari

FIRENZE – Nelle prime ore di questa mattina i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare, delle quali due agli arresti domiciliari e due in carcere. I provvedimenti riguardano due Carabinieri, già effettivi al Nas di Firenze, attualmente sospesi dal servizio e agli […]

FIRENZE – Nelle prime ore di questa mattina i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare, delle quali due agli arresti domiciliari e due in carcere.

I provvedimenti riguardano due Carabinieri, già effettivi al Nas di Firenze, attualmente sospesi dal servizio e agli arresti domiciliari, un appartenente all’Aise e già maresciallo della Guardia di Finanza, nonché un viticoltore.

I provvedimenti cautelari personali sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale fiorentino, dottor Piergiorgio Ponticelli, a seguito “dell’accusa – si legge in una nota dell’Arma – di aver richiesto in più occasioni somme di denaro contante necessarie a scongiurare ben più gravi conseguenze riscontrate nel corso di verifiche ispettive peraltro poste nei confronti di plurime attività commerciali”.

I reati contestati vanno dal peculato, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità, al falso in atto pubblico. L’indagine, coordinata dapprima dalla dottoressa Pietroiusti e successivamente dal dottor Pirozzoli, Sostituti Procuratori della Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal Procuratore, dottor Giuseppe Creazzo, trae origine dall’arresto in flagranza eseguito dalla Stazione Carabinieri di Lastra a Signa il 30 aprile scorso nei confronti dei due militari dell’Arma e un “intermediario” che, in quell’occasione, si fecero consegnare da un medico odontoiatra la somma di 8.000 euro per scongiurare la minacciata chiusura dell’esercizio.

A seguito degli arresti operati nell’aprile 2020, molti imprenditori hanno inteso denunciare di essere state vittime di analoghi episodi.