CAMPI BISENZIO – Sono nati nel 2007, si ritrovano ogni martedì sera alla pieve di Santo Stefano e stanno preparando una pubblicazione. Sono “I testimoni di Cristo”, assoziazione sorta a Campi e che ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dell’Arcivescovo Betori, con affidamento alla guida spirituale di Monsignor Drigani. Il loro obiettivo? “Mettere in evidenza le contraddizioni del credo Geovista, approfondendo la lettura delle sacre scritture”. Così lo descrivono due membri, Piero e Francesco Colzi, che si presentano dimostrando una conoscenza alla lettera, con tanto di studio esegetico ed etimologico, delle scritture sacre, in particolare di quelle parti che – da fedeli di credo protestante o testimoni di Geova – possono essere differentemente interpretate rispetto al credo Cattolico. Ma per quale ragione questo gruppo di fedeli e studiosio delle scritture ha preso a riferimento proprio i Testimoni di Geova? “Perchè suonavano sempre alla porta e non sapevamo come rispondere” scherza Francesco. Più seriamente, è dal 2003 che il gruppetto (circa una ventina di persone) ha deciso di studiare più approfonditamente il Nuovo Testamento, per poi passare al Vecchio e alla lettura del periodico dei geovisti “Torre di Guardia”. Come affermare altrimenti “la verità di Cristo” controbattendo a chi lo propone in modo diverso? Un aiuto , spiegano, è dato anche dal socio greco Zissis Palatidis, che dà sostegno nel cercare l’etimologia dei termini nei testi originali. “Il nostro ritrovo è ogni martedì sera alle ore 21:15 presso la biblioteca della Pieve – spiega Piero Colzi – siamo ovviamente un gruppo aperto, abbiamo in programma di fare iniziative di divulgazione e una pubblicazione che sarà pronta entro Natale”. Ma qual è il rapporto tra i membri di questa associazione e i loro “avversari”? “Più o meno i Testimoni di Geova di campi li conosco tutti, dopo tante discussioni – racconta Piero – Ultimamente ho avuto una chiacchierata di confronto anche con una evangelica. Sono loro però spesso a non saper controbattere; l’ultima volta che ho incontrato per strada il referente geovista dei zona, mi ha salutato si, ma un altro caffè con me non ha voluto prenderlo”.
F.G.