Spurghisti (e camion) in coda a San Donnino dopo la chiusura di Gida. Botta e risposta fra l’assessore Monni e il presidente Brogi

CAMPI BISENZIO – Lo spurghista dove lo metto? Mutuando una vecchia – e ironica – canzone di Domenico Modugno, si potrebbe sintetizzare così la questione che da qualche giorno, seppur di riflesso, sta tenendo banco nella Piana e, in modo particolare, a San Donnino, frazione del Comune di Campi Bisenzio negli ultimi tempi salita in […]

CAMPI BISENZIO – Lo spurghista dove lo metto? Mutuando una vecchia – e ironica – canzone di Domenico Modugno, si potrebbe sintetizzare così la questione che da qualche giorno, seppur di riflesso, sta tenendo banco nella Piana e, in modo particolare, a San Donnino, frazione del Comune di Campi Bisenzio negli ultimi tempi salita in più di un’occasione alla ribalta della cronaca. La nuova legge regionale sui rifiuti, infatti, appena approvata, ha determinato l’emergenza per lo smaltimento dei liquami da fosse settiche a Prato e nell’area metropolitana, bloccando gli impianti di Gida e del Calice e costringendo gli spurghisti a scaricare i liquami presso l’impianto di Publiacqua a San Donnino. Con il risultato che almeno un centinaio di camion ogni mattina raggiunge presso la struttura di via di Bozzale, che però accetta solo la metà del materiale che veniva conferito a Gida. Negli ultimi giorni l’impianto di San Donnino ha chiuso i battenti alle 12.30 perché aveva già raggiunto il quantitativo massimo e, così, le aziende di spurgo in fondo alla fila se ne sono dovute tornare indietro a pieno carico. Una vicenda che ha sollevato non poche polemiche e sulla quale sono intervenuti prima l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni e successivamente Alessandro Brogi, presidente di Gida (nella foto).

“La norma regionale – ha spiegato l’assessore Monni – recentemente approvata non ha solamente ripristinato la situazione precedente al giugno 2020, ma investito l’intera questione di legittimità costituzionale che fu sollevata dal Governo sulla normativa regionale, eliminando così alcune previsioni che erano state introdotte nel 2011. Questione su cui a inizio luglio si sarebbe espressa la Corte Costituzionale. Questo è necessario dirlo per evitare di generare una eventuale confusione”.

“Prima dell’entrata in vigore della nuova norma – ha aggiunto l’assessore – gli uffici regionali hanno comunicato a Gida la necessità di espletare il necessario iter autorizzativo per lo svolgimento di alcuni tipi di attività. In questo è stato assicurato, come sempre viene fatto, il massimo supporto tecnico possibile da parte dei nostri uffici. Comprendo bene la preoccupazione che si è venuta a creare tra gli operatori del settore e voglio quindi ringraziare il sindaco di Prato Matteo Biffoni per il costante supporto che mi ha assicurato in questi giorni, ma è giusto dire con chiarezza che non ci sono criticità di sistema. Per questo motivo ho invitato il consorzio degli spurghisti, che sottoscrisse a metà maggio un accordo con Gida, a un incontro in Regione Toscana, insieme al sindaco Biffoni, in cui ci confronteremo sul percorso che abbiamo davanti per le prossime settimane. In particolare, in raccordo con Ait, ho già effettuato una ricognizione sugli impianti del servizio idrico integrato e comunicato al consorzio che la capacità residua, eventualmente insieme agli altri impianti di mercato presenti sul territorio, è in grado di assorbire la loro attività senza generare alcun tipo di impasse”. L’assessora Monni rispetto a ciò che è apparso sulla stampa poi ha voluto precisare: “Non è in programma alcun incontro tra me e i vertici di Gida, perché è invece correttamente in corso un confronto tecnico tra la società e gli uffici regionali per l’espletamento dell’iter autorizzativo”.

“Prima di tutto – queste le parole di Brogi – mi preme sottolineare che non è intenzione di Gida entrare nel merito della legge regionale. Dispiace il fatto che non sia stato dato agli operatori, attraverso disposizioni transitorie, il tempo sufficiente per adeguarsi alla nuova normativa, come solitamente accade in questi casi. Preciso che abbiamo ricevuto le comunicazioni sull’iter autorizzativo necessario solo nella settimana precedente all’entrata in vigore della legge, pur sapendo che solitamente queste pratiche richiedono almeno un paio di mesi per essere completate. Sono assolutamente d’accordo con l’assessore Monni nel ribadire che i tecnici devono incontrare i tecnici. E infatti sono già state avviate le procedure formali necessarie. Ma ho ritenuto politicamente doveroso lanciare un grido di allarme per sottolineare la situazione di emergenza che si viene a creare bloccando i nostri impianti, anche e soprattutto dopo i ripetuti appelli dalle aziende che usufruiscono dei servizi di Gida”.

“Emergenza che, peraltro, è confermata dai disagi che già in questi giorni si sono verificati in tutta la Piana. Mi auguro che questa fase delicata venga gestita per il meglio, senza disservizi per i cittadini o danni alle imprese di Prato e della Toscana. Come Gida confermiamo però il rammarico di non poter continuare, in questo momento, a offrire un servizio essenziale per i cittadini e per le imprese. A maggior ragione considerando gli investimenti fatti su impianti e competenze specifiche del personale e il protocollo da poco firmato con la maggioranza delle aziende dell’area metropolitana, che era nato proprio con l’obiettivo di scongiurare situazioni di crisi e di emergenza come quelle vissute nel 2018 e garantire la continuità del servizio di vuotatura di fosse settiche e pozzi neri. Questo blocco poteva essere evitato con una maggior attenzione, quantomeno nei tempi di entrata in vigore della norma. Adesso i tecnici lavorino per trovare una soluzione rapida”.