Stare a casa: Andrea Bruni “Scrivo e gioco con i miei figli che si sono divertiti a darmi una mano”

SESTO FIORENTINO – Stare a casa è una necessità. Chi lo può fare, in questi giorni sta dedicandosi ad attività diverse, altri ancora possono o devono lavorare. Anche il mondo dello spettacolo si è fermato. I teatri sono chiusi, ma molti attori, registi, operatori di questo settore sono a casa e continuano a lavorare. Ecco […]

SESTO FIORENTINO – Stare a casa è una necessità. Chi lo può fare, in questi giorni sta dedicandosi ad attività diverse, altri ancora possono o devono lavorare. Anche il mondo dello spettacolo si è fermato. I teatri sono chiusi, ma molti attori, registi, operatori di questo settore sono a casa e continuano a lavorare. Ecco la testimonianza di Andrea Bruni, attore e regista che in questi giorni avrebbe dovuto essere a teatro.

In questo particolare momento di emergenza sanitaria in cui è stato richiesto di restare a casa, cosa significa per chi fa il lavoro nello spettacolo?

Quello che stiamo subendo è quello che subisce ogni cittadino di questo paese. Uno stop, un cambio di rotta repentino e inaspettato. Siamo passati da diversi stati d’animo e situazioni nel giro di pochissimi giorni. Se penso che il 1 marzo ero a recitare davanti ad un teatro pieno, in cui tutti cercavamo di farci forza e pensare positivo e dopo 7 giorni eravamo ognuno a casa propria, ancora mi sembra impossibile. Il nostro settore è stato uno dei primi ad essere colpito duramente, il primo DCPM ha interrotto la scuola e le uscite didattiche cancellando in un colpo tutti i laboratori e le matinée teatrali che avevamo fissato da mesi. Mi piange ancora il cuore pensando, per esempio, che al teatro Puccini il nostro “Bruno lo zozzo in teatro”, tramite le Chiavi della Città del comune di Firenze, aveva registrato il tutto esaurito e ci aspettavano più di 600 ragazzi. Mentre le date di “Bruno” al TeatroDante Carlo Monni, speriamo ancora di poterle recuperare a fine aprile, come quelle di Animal’èsca altra nostra produzione (Associazione ZERA – www.associazionezera.org) che doveva andare in scena in questi giorni e di Marcovaldo che abbiamo prodotto con La Filharmonie. Inoltre abbiamo dovuto sospendere i corsi teatrali di Palco Libera Tutti a Sesto Fiorentino come ogni altra scuola. Non abbiamo ammortizzatori in questo senso, siamo artigiani, se non lavoriamo non abbiamo compensi. Ma al di là degli incassi abbiamo perso anche i soldi già investiti in pubblicità, attrezzature, consulenze. Dovremo cambiare i programmi e cercare di recuperare, sperando che l’emergenza passi in tempi ragionevoli. Per quanto mi riguarda ho cercato di vivere tutte le fasi di questa emergenza. La prima è stata vivere il dolore in silenzio, ho avuto bisogno di vivere questa sofferenza fino in fondo, per poi ricominciare da capo a costruire su basi nuove. Far affluire nuove idee, nuove prospettive. L’occasione di comprendere che il mondo intorno a noi è cambiato, che ci arrivano segnali forti dall’ambiente che abbiamo creato, non va sprecata, non va rimossa. Va vissuta. Da queste nubi, da questa paura, possono essere prese e trasformate nuove energie.

Come stati organizzando le giornate a casa?

Ovviamente cercando di stare a casa, che nel mio caso coincide con il lavoro, abitando accanto alla sede di palco Libera Tutti! Quindi cerco di darmi orari precisi, per non perdere il ritmo della giornata. Inoltre in questi giorni i figli sono con me, essendo un padre separato, e le loro lezioni di Didattica on line con relativi compiti scandiscono le mattine. Mi metto a disposizione come Tutor, rispolverando qualche materia. Sulle frazioni e sulle equazioni ho ripreso competenze che credevo dimenticate chissà dove, invece il cassettino si è riaperto. Il pomeriggio lo dedico al lavoro: sto scrivendo due nuovi spettacoli, uno comico che si intitola “Ributti – Storie di fioriture a secco” che metterò in scena con i miei allievi e l’altro è una commedia…è troppo presto per dire il titolo, ma sono a buon punto, spero che replichi il successo dell’ultima che ho portato in scena: “Camicia su misura”, inoltre sto ultimando i racconti per il libro “La Bellezza del tempo” che nasce da un progetto sviluppato con l’associazione anziani di Sesto Fiorentino. Accanto all’attività mentale, ce n’è un’altra più manuale ovvero la creazione delle “maschere” per lo spettacolo Animal’èsca. In cui gli attori interpretano dei personaggi che hanno subito delle mutazioni, facendo uscir fuori la bestia che è in loro. Sono maschere in cartapesta e materiali misti che dovranno anche essere “portabili” in scena, quindi le sto affinando e curando per essere pronte per le prove, spero presto. La sera la passo giocando a qualche gioco di società con i ragazzi, per staccarsi un po’ dai dispositivi elettronici, oppure guardando un film. Paradossalmente vedo meno Serie Tv del solito, non so perché ma è così. In questi giorni ho aderito all’iniziativa #ilteatrononsiferma, partita dal Teatro di Rifredi, poi proseguita da due attori amici, Lorenzo Degl’innocenti e Fabrizio Checcacci, che hanno creato un portale in cui far affluire “doni” da artisti che vogliono condividere delle Performance per intrattenere ill pubblico gratuitamente, www.ilteatrononsiferma.it, ho registrato appositamente un video dal titolo “Instagram” tratto da “Le Novelle grulle” , un mio libro e spettacolo. E per l’occasione la troupe era composta dai miei figli Gioele e Niccolò, che si sono occupati di fare le riprese, dare il ciak, spostare le luci e così sono nati The Brunis. E’ stato molto bello, di certo è stata una “prima” volta, non lo dimenticheremo. Chissà, magari ne faremo altri in questi giorni…

Restando a casa hai recuperato qualche attività che avevi abbandonato? Se sì quale?

Ho ricominciato a dipingere, oltre alle maschere, cercando di dare sfogo alle emozioni, alle visioni. Disegno e dipingo città immaginarie, in cui i palazzi parlano e si trasformano, ne ho dipinta una anche sul muro del mio ufficio – laboratorio. Qualche libro che stava sul comodino da mesi è tornato a parlarmi. Mi sono molto appassionato ai libri di Haruki Murakami e mi sono letto “Il mestiere di scrittore”, “L’assassinio del commendatore” , parte uno e due. Adesso sto cominciando “La fine del mondo e il paese delle  meraviglie”, lo stile di Murakami è molto affine ai mondi che immagino, la mistura di magia e ricerca interiore delle sue storie mi risuona molto.

Quando tutto finirà pensi che questa esperienza influenzerà la tua attività (in senso creativo)?

Certamente sì. Quello che sta succedendo, sta già lavorando in profondità in ognuno di noi, non sarà possibile uscirne uguali a prima. Dal mio punto di vista spero di riuscire a rallentare un po’ il numero degli spettacoli cercando di assaporarli di più. Poi immagino che da qualche parte, in qualche copione, in qualche messa in scena le immagini di questi giorni affioreranno naturalmente, per essere digerite e superate.

Un consiglio per chi resta a casa ti senti di darcelo?

I consigli si danno se richiesti, in questo caso me lo chiedi tu, ma non credo di avere un consiglio preciso, semmai ne avrei da chiedere. Quindi rigiro la questione e direi di stare aperti, dentro di noi, a chi ha bisogno di consigli, quindi se vi telefono o vi mando un messaggio rispondetemi, per favore.