Stare a casa. Andrea Graziani dell’edicola di Colonnata “riscopriamo la lettura, l’enigmistica e la famiglia”

SESTO FIORENTINO – Lavora da cinque anni nell’edicola-cartoleria di Colonnata, la Cartoedicola, e grazie alla sua disponibilità e professionalità Andrea Graziani 27 anni, si è costruito una clientela composta soprattutto da studenti. Adesso, però, apre il negozio che si affaccia su piazza Rapisardi, solo la mattina dalle 6 alle 12, per consentire la vendita dei […]

SESTO FIORENTINO – Lavora da cinque anni nell’edicola-cartoleria di Colonnata, la Cartoedicola, e grazie alla sua disponibilità e professionalità Andrea Graziani 27 anni, si è costruito una clientela composta soprattutto da studenti. Adesso, però, apre il negozio che si affaccia su piazza Rapisardi, solo la mattina dalle 6 alle 12, per consentire la vendita dei giornali. Il pomeriggio, Andrea come tutti, sta a casa, perchè ci viene chiesto di stare a casa per contenere la diffusione di Coronavirus.

Come vivi questa situazione? Cosa significa lavorare solo la mattina per una attività come la tua?

Da negoziante so che devo rispettare le norme e quindi quando sono in edicola indosso mascherina e guanti. La mattina vengono molte persone, sempre molto rispettosi delle regole che ci sono state richieste. Le vendite non sono diminuite, in alcuni giorni arrivano anche persone diverse, è chiaro che il calo delle vendite è arrivato dai materiali didattici. Adesso le scuole sono chiuse, ma quando erano aperte l’edicola era frequentata da molti bambini. In questo periodo si vendono soprattutto libri, riviste, molte di queste di enigmistica. Quando mi arriva una nota rivista di enigmistica la finisco subito, mentre prima la esaurivo dopo qualche giorno.

Dovendo stare a casa, come ci viene richiesto a tutti, come trascorri il resto della giornata?

Ne approfitto per riposarmi. Normalmente in edicola trascorro 12 ore al giorno, che adesso sono ridotte a sei. Sono cinque anni che ho rilevato l’edicola e quindi devo recuperae un pò di sonno arretrato. In questo periodo mi sono rimesso a leggere e poi faccio un poco di giardinaggio.

Cosa ti manca di più stando a casa?

Mi manca il contatto con i bambini che venivano all’edicola ad acquistare i materiali per la scuola. Con loro ero riuscito a stabilire un rapporto quasi di amicizia. Mi chiamavano ‘Andre’, insomma ero il loro fratello maggiore. E poi mi manca la possibilità di vedere i miei genitori che vivono a Scandicci.

Hai qualche consiglio per trascorrere a casa questo periodo?

La lettura, ovviamente. Se non avete altri hobby iniziate a leggere dai libri alle riviste, staccatevi dal cellulare e iniziate a fare enigmistica.

Cosa ti resterà di questa esperienza?

E’ stata un’esperienza che ho vissuto gradualmente. All’inizio sembrava lontana, poi piano piano si è avvicinata e quando è arrivata qui siamo stati costretti ad attuare regole che ci portano a stare lontani da altre persone. Quindi credo che da questa esperienza resterà la voglia di riscoprire gli aspetti essenziali della nostra vita, il rapporto con i nostri cari. In questo periodo dobbiamo anche riflettere su quanto sia importante la libertà.