Il principio fondamentale per sopravvivere a questa necessaria clausura è sentirsi liberi di fare ogni cosa che ci passa per la testa. Il tempo che ci lamentavamo sempre di non avere ora c’è in abbondanza, possiamo fare tutto quello che avevamo sospeso, rimandato, mai iniziato. Ingannare il tempo dell’attesa con l’ordinario rischia di essere molto noioso, c’è da inventarsi qualcosa di nuovo. Per me è stato così fin dai primi giorni, per questo, secondo il mio modo, ho sentito la necessità di progettare qualcosa che fosse un’occasione per tutti e ho aperto un evento pubblico (e del tutto virtuale) sulla pagina Facebook di Madri di Carta, il laboratorio di scrittura che conduco da qualche anno per conto dell’assesorato alle Pari Opportunità del Comune di Sesto Fiorentino: “Storie per bambini chiusi in casa”, dove ogni giorno vengono date le indicazioni per scrivere una storia rivolta ai bambini, cercando di occupare il tempo e la mente di chi scrive in qualcosa che sia di totale evasione e che dia un servizio, producendo tante nuove storie da leggere insieme ai bambini e di cui, spesso, sorridere. “Storie per bambini chiusi in casa” è aperto alla partecipazione di tutti, non solo a chi frequenta il mio laboratorio, ogni storia che arriva viene pubblicata.
Stare a casa. Gianna Batistoni “Mi manca la mia famiglia, ma continuo ad invetarmi qualcosa di nuovo”
SESTO FIORENTINO – Per necessità dobbiamo stare a casa, riscoprire attività reinventarci una quotidianità, a volte anche lavorare, ma in questa clausura obbligatoria possiamo meditare, pensare e ritrovare spazi e creatività dimenticati. Gianna Batistoni è una bibliotecaria della Tiziano Terzani di Campi Bisenzio, sestese in questi giorni a casa lontana dal marito e dai genitori, […]

SESTO FIORENTINO – Per necessità dobbiamo stare a casa, riscoprire attività reinventarci una quotidianità, a volte anche lavorare, ma in questa clausura obbligatoria possiamo meditare, pensare e ritrovare spazi e creatività dimenticati. Gianna Batistoni è una bibliotecaria della Tiziano Terzani di Campi Bisenzio, sestese in questi giorni a casa lontana dal marito e dai genitori, ma vicina a Caravaggio, il suo cane tra i quattro zampe più conosciuti a Sesto.
Stare in casa in condizioni di emergenza sanitaria come questa, cosa significa? Cosa ti manca di più in questo periodo?
Stare in casa per questa emergenza sanitaria significa fare il bene di tutti, significa starci con la consapevolezza che è l’unico modo possibile per tornare presto a riabbracciarci, ad incontrarci per strada, a ritrovarci nelle infinite occasioni di cui ora non abbiamo possibilità. Mi manca il contatto con la mia famiglia. Mio marito è in zona rossa, lavora vicino a Milano e non lo vedo dal 23 febbraio. I miei genitori abitano a Colonnata e non escono da casa fin dalla settimana precedente alle prime disposizioni diffuse dal Presidente del Consiglio, perché ricevendo notizie dalla Lombardia ho avvertito in anticipo la pericolosità del contagio e li ho voluti proteggere. Mi mancano i miei amici e incrociare qualcuno per caso, per le strade di Sesto Fiorentino. Mi manca lavorare alle iniziative culturali, immaginare qualcosa che sia un’occasione di incontro per tutti, stavo già progettando le iniziative per Maggio di Libri per conto della Società per la Biblioteca Circolante.
2. Hai qualche consiglio da dare per chi resta a casa per come trascorrere il tempo?
3 Sei una bibliotecaria e quindi hai la possibilità, rispetto ad altre persone di conoscere molti libri puoi consigliare qualcuno per bambini e per adulti?
Lavoro presso la Biblioteca Tiziano Terzani di Campi Bisenzio, che è Centro regionale di servizi per le biblioteche per ragazzi e vedo molto della produzione editoriale per bambini; in questo momento credo che siano molto importanti quei libri che raccontano storie utili alla gestione delle emozioni, ce ne sono tanti e molti sono bellissimi, ce n’è uno in particolare che è considerato già un classico e che lega la possibilità di riflettere su un momento di stizza, che può benissimo capitare anche in questi giorni, a una bella avventura: è un albo illustrato di Maurice Sendak che si intitola Nel paese dei mostri selvaggi di cui sono disponibili diverse letture anche in rete. Agli adulti, consiglio di leggere libri di racconti, credo che sia più semplice e più efficace. Il racconto è una forma letteraria discreta, che apre uno spiraglio da cui sbirciare una storia, ma che non racconta tutto, lascia lo spazio di continuare a immaginare, per esperienza posso dirti che ai racconti ci si ripensa spesso; recentemente sono rimasta affascinata dai racconti di William Trevor, che ne La ragazza sconosciuta riesce a toccare l’animo e i meccanismi delle relazioni femminili in maniera sorprendente. Se volete prendere uno di questi libri, per fortuna a Sesto Fiorentino abbiamo una libreria che consegna a domicilio. Posso aggiungere anche che ho fatto delle registrazioni di letture ad alta voce per adulti che vengono pubblicate sulla pagina Facebook della Biblioteca Ernesto Ragionieri ogni sera, alle 21, insieme agli altri contributi messi a disposizione dagli operatori della biblioteca
4 Stare a casa ti ha permesso di riscoprire attività abbandonate?
Stare nelle quattro mura per tutto il giorno rende valore alla casa, la sensazione di essere di passaggio non dico che giustifichi il disordine, ma stabilisce un ordine più approssimativo. Sicuramente ho recuperato il tempo di prendermi una cura più amorevole di casa mia e di godere del nuovo equilibrio come una soddisfazione molto intima. E ho un cane con me, un cavalier king di nome Caravaggio che è entusiasto di questa quarantena e che mi ricorda ogni giorno “il segreto di Pollyanna”, ossia trovare in ogni situazione, per quanto difficile, il lato positivo: tipo giocare a palla finché abbiamo il fiato di farlo, stare insieme ed essere felici anche solo di questo, per questo non è poco.
5 Cosa ti rimarrà di questa esperienza?
Rimane l’occasione di aver potuto riflettere su cosa sia l’essenziale, l’attenzione e il tempo da dedicare agli spazi intimi, agli spazi degli affetti, all’amicizia e anche al resto del mondo che non è la globalità, ma è soprattutto un unico essere vivente.