Stare a casa. Il diario della Prof. “Dalla Calabria a Buenos Aires” (5

CALENZANO – Meri Coscarelli, la prof., ci consegna un’altra pagina del suo diario facendoci volare “virtualmente” da una parte all’altra del mondo. “Stamani ho telefonato alla mia mamma (meno male che esistono le videochiamate: ti permettono di raggiungere tutti, facendo quello che dobbiamo assolutamente fare: restare a casa. Parlando con lei mi ha detto:”Mery, il […]

CALENZANO – Meri Coscarelli, la prof., ci consegna un’altra pagina del suo diario facendoci volare “virtualmente” da una parte all’altra del mondo.

“Stamani ho telefonato alla mia mamma (meno male che esistono le videochiamate: ti permettono di raggiungere tutti, facendo quello che dobbiamo assolutamente fare: restare a casa.
Parlando con lei mi ha detto:”Mery, il tempo non passa, siamo come carcerati!”, poi, da fervida credente, ha aggiunto “Forse dobbiamo scontare qualcosa…”. Me lo ha detto con il suo bellissimo sorriso, che mi apre sempre il cuore; ora, però, mi inonda anche di tristezza, perché avrei tanta voglia di abbracciarla e stringerla forte a me, ma non posso: prima di tutto perché non si può, si devono seguire le regole, se vogliamo che questo periodo finisca presto; e poi, perché non ho il dono dell’ubiquità: lei è a casa sua e io sono a casa mia!
L’ho salutata e sono ritornata ai compiti dei miei ragazzi, non me ne vogliano tutti i ‘tecnologici’, ma per correggerli li stampo: adoro il cartaceo; anche se non posso dimenticare da dove viene allora, cerco di rimpicciolirli e stampare il tutto in meno fogli possibile!
Che poesie bellissime: bravi, bravi, bravi!
Ogni tanto, per cambiare tema, leggo le mail o i whatsapp che mi arrivano. Sono tantissimi! Questo è davvero interessante, quindi: prendo una pausa dai miei ragazzi, dal mio Calamandrei, e mi rivolgo verso il mio adorato Sud America, verso l’Argentina. Paese che amo particolarmente. Nei miei viaggi verso il Sud del Mondo ho conosciuto persone speciali nella Terra d’Argento.
Tutte hanno un comune denominatore: le origini italiane. Viviana Blanca Ghianda è una di queste. Ve la presento con le sue parole.

Buongiorno. Mi chiamo Viviana Blanca Ghianda e sono un’insegnante di Lingua italiana nella capitale argentina. L’italiano è la lingua di casa mia, perché nata da genitori italiani, arrivati in questo immenso paese nei primi anni del dopoguerra.Mio padre venne nel 1946 e mia madre lo raggiunse nel 1949.
Ho imparato fin da bambina ad amare l’Italia come la mia Patria. Alle elementari ho frequentato la Scuola Cristoforo Colombo di Buenos Aires ed ho cantato l’ inno di Mamelli con orgoglio.
Dopo il liceo ho lavorato come segretaria presso una ditta italiana e, finalmente, ho potuto studiare al “Profesorado” per insegnare la mia amata lingua.
Ho lavorato in varie scuole della nostra capitale; l’ultima è la Dante Alighieri. In questa scuola
il 50% dei nostri studenti sono discendenti di italiani di seconda generazione.
Amano la musica, la moda, la cucina e tutti gli aspetti della cultura italiana. Purtroppo, il Coronavirus é arrivato anche qua per terrorizzarci: le scuole sono chiuse, come le banche ed ogni attivitá commerciale.
Stiamo tutti in casa!!!
All’inizio ci avevano detto che le mascherine erano inutili e di mangiare brodo caldo per combattere il virus…qui siamo a fine estate…ma fa un gran caldo!!!
Anche qui da noi dicono che le persone a rischio sono gli oltre sessantenni e con malattie preesistenti. Cosa che non condivido affatto.
Tutti facciamo lezione via internet; si va avanti meglio che si puó per evitare di perdere l’anno scolastico.
Per il momento anche noi siamo in quarantena: dal 20 marzo al 13 aprile. Non ci sono mascherine, guanti, alcool…e in alcuni quartieri (sono 48 e noi li chiamiamo Barrios) le macchine della polizia controllano la gente per strada. Si puó uscire soltanto per fare la spesa vicino a casa e per andare in farmacia.
Italiani, argentini,spagnoli, americani, ecc., stiamo a casa e speriamo che questa malattia, cosí dura e pericolosa, finisca al piú presto. Lotteremo tutti insieme per andare avanti e rimetterci in piedi lasciando da parte le nostre differenze.
I miei genitori vennero da Genova e anche io sono “iscritta cittadina italiana a Genova”, dove vivono i miei cugini, che hanno avuto la fortuna di nascere e vivere sempre in Italia. Siete un grande paese: non lo dimenticate mai!! Siamo in tanti a tifare Italia. Sono io a tifare per la mia adorata Italia! Ti lascio un abbraccio virtuale senza virus

Grazie, Viviana! A te, alla mia adorata famiglia, ai miei ragazzi, alle loro famiglie, ai miei colleghi e alle mie colleghe, al personale del Calamandrei, agli amici vicini e lontani, a tutti quelli che lottano per rendere questo momento meno duro, a Elena, a tutta la redazione di PianaNotizie,
auguro una Serena Pasqua, che sicuramente resterà per sempre nei nostri ricordi. Meri Coscarelli”