Stare a casa. Il kit di sopravvivenza nel tempo del Covid-19

SESTO FIORENTINO – Cosa ci vuole per stare in casa? A questa domanda la risposta prima dell’era del Coronavirus sarebbe stata: niente, qualche libro e qualche film da vedere. Dopo due mesi di clausura abbiamo capito che occorre un “kit di sopravvivenza casalinga”. E non si parla solo di strumenti tecnologici (tablet, smartphone e portatili) […]

SESTO FIORENTINO – Cosa ci vuole per stare in casa? A questa domanda la risposta prima dell’era del Coronavirus sarebbe stata: niente, qualche libro e qualche film da vedere. Dopo due mesi di clausura abbiamo capito che occorre un “kit di sopravvivenza casalinga”. E non si parla solo di strumenti tecnologici (tablet, smartphone e portatili) e neppure solo di libri (che possono essere scaricati, anche gratuitamente, sui nostri supporti tecnologici) o acquistati online o dalle librerie aperte così come online possiamo acquistare di tutto, parliamo di quelle piccole necessità che abbiamo iniziato ad apprezzare più del solito, il tutto condito dalla riscoperta della manualità. Il kit di sopravvivenza per stare in casa in epoca di Coronavirus, richiede molta ma molta creatività. Creatività e abilità sia manuali sia nell’utilizzo degli strumenti tecnologici. Prima di tutto occorre avere in casa il lievito (per dolci e per salati). Lo so, per voi che ogni giorno seguite le vite dei cuochi stellati in tv o degli aspirati telechef, è sicuramente un prodotto che non può mancare, ma ci sono anche analfabeti della gastronomia casalinga che non si sono mai avvicinati al lievito. Ebbene con un poco di lievito (farina, acqua, sale, etc) e un tutorial scaricabile da internet si può cucinare il pane “come una volta” (ma poi vai a sapere come era una volta!), il prodotto casalingo brutto, ma buono, quello in cassetta o quello più rustico, poi dopo sfornato il pane, ma prima di mangiarlo, si fotografa e si butta nell’impasto mediatico di un social. E si è felici di condividere visivamente il nostro prodotto frutto dell’abilità manuale. Il primo elemento del kit di sopravvivenza in tempi di Coronavirus ci fa sentire bene, sentiamo anche il profumo del pane, ma anche il secondo elemento del kit è importante. Accanto al lievito bisogna dotarsi anche di una serie di scarti di tessuti, meglio se colorati e di cotone diciamo della misura di una mascherina, perché le mascherine (soprattutto quelle stile chirurgiche) sono le più copiate e in questi momenti bui e potrebbero portare anche un po’ di originalità: del tipo dobbiamo indossarle? allora rendiamole gradevoli. E anche qui la tecnologia e la manualità ci vengono incontro. Basta scaricare su internet un tutorial e tac si impara a cucire le mascherine (certo prima di chiudersi in casa bisogna ricordare di acquistare – ma dove?- gli elastici). Il gioco è fatto! L’altro kit di sopravvivenza è un astuccio di matite colorate. A cosa servono? A dipingere i numerosi libri “antistress” di Art Therapy che in questo periodo, dicono in libreria, si vendono moltissimo e poi chi ha figli sa che possono essere un elemento per tenerli buoni almeno per qualche tempo. Magari il kit di sopravvivenza non aiuta a risolvere i problemi più pratici, ma permette di evadere per qualche ora da una immensa solitudine sigillati in casa, e di sopravvivere (da qui il nome del kit) almeno per un po’ che è sempre meglio di niente.