Tartarughe “killer”? No, sono della Florida… ce lo racconta Simone Guidotti di Legambiente

SESTO FIORENTINO – Nei giorni scorsi era stata segnalata a Piananotizie la presenza di tartarughe aggressive nei corsi d’acqua della Piana. Si è aperto un dibattito e per capirne qualcosa di più abbiamo chiesto l’intervento di Simone Guidotti, presidente di Legambiente di Sesto Fiorentino, che ringraziamo per aver accolto la nostra richiesta. Ecco cosa ci […]

SESTO FIORENTINO – Nei giorni scorsi era stata segnalata a Piananotizie la presenza di tartarughe aggressive nei corsi d’acqua della Piana. Si è aperto un dibattito e per capirne qualcosa di più abbiamo chiesto l’intervento di Simone Guidotti, presidente di Legambiente di Sesto Fiorentino, che ringraziamo per aver accolto la nostra richiesta. Ecco cosa ci ha raccontato.

“Trachemys scripta elegans” questo è il nome di quella tartaruga che oramai viene definita “killer”, anche se lei fa solo quello che la sua natura le chiede per sopravvivere. Comunemente chiamata “dagli orecchi rossi” per le evidenti macchie rosse ai lati degli occhi, o ancora tartaruga della Florida, per la sua provenienza, oramai è diventata una costante presenza nelle aree umide di tutta Italia. E non è che ci è arrivata per migrazione! Ci è arrivata perché ce la abbiamo messa noi! Queste erano le tartarughe che frequentemente venivano regalate nei luna park e nelle feste paesane e tutti contenti le portavamo a casa. Poi però crescevano, crescevano, crescevano fino a che non si sapeva più dove tenerle; l’unica soluzione era quella di rilasciarle in qualche posto nascosto “tanto poi sarebbe morta”. E invece no, loro non muoiono facilmente; si cibano di tutto, sono capaci di restare nascoste nel fango per mesi interi, soprattutto non hanno predatori (in Florida solo gli alligatori riescono a mangiarle) e quindi hanno “invaso” torrenti, laghi e laghetti, fiumi e qualsiasi altro posto dove ci sia dell’acqua, eliminando fra l’altro le nostre specie autoctone come la testuggine palustre europea (emys orbicularis). Qui a Sesto le possiamo vedere facilmente al parco del Neto, come anche negli stagni della Piana, e come tante altre specie alloctone che hanno colonizzato le nostre terre (penso ai parrocchetti dal collare, agli usignoli del Giappone, ai bengalini senza entrare nel campo degli insetti) al momento possono essere considerate infestanti a tutti gli effetti. Magari forse la natura un giorno rimetterà le cose a posto, certo è che sarà un giorno molto ma molto lontano. Noi intanto, possiamo solo cercare di limitare i danni senza combinarne altri.

Simone Guidotti

Un buon consiglio quello di Simone Guidotti che dovremmo cogliere al volo.