Torna “La Pianella” sestese e debutta al Teatro Le Laudi di Firenze

SESTO FIORENTINO – Dalle scene sestesi a quelle fiorentine. Il successo della “Pianella” dell’ssociazione culturale Archè sembra non avere confini. E il 6 aprile debutterà la nuova versione de “La Pianella perduta tra la neve” al Teatro Le Laudi di Firenze (via Leonardo da Vinci) alle 21. Repliche il 7, 13 e 14 aprile, il […]

SESTO FIORENTINO – Dalle scene sestesi a quelle fiorentine. Il successo della “Pianella” dell’ssociazione culturale Archè sembra non avere confini. E il 6 aprile debutterà la nuova versione de “La Pianella perduta tra la neve” al Teatro Le Laudi di Firenze (via Leonardo da Vinci) alle 21. Repliche il 7, 13 e 14 aprile, il sabato alle 21 e la domenica alle 17.
“Dopo 7 anni, durante i quali c’erano state numerose richieste, abbiamo deciso di riprendere lo spettacolo La pianella perduta tra la neve – spiega Rita Serafini regista dello spettacolo – che tanto successo ebbe nel periodo fra il 2004 e il 2006. Il cast è stato in parte rinnovato e il debutto di questa nuova edizione sarà al Teatro le Laudi di Firenze”.
In scena saranno: Sandra Morgantini, Michele Fabbri, Giada Capanni, Stefano Acciarino, Gianni Contini, Adriano Gelli, Vanni Andreini, Antonio Ballini, Letizia Pacetti, Barbara Danzè, Anita Barbanotti, Lorenzo Bittini, Fabio Cabras, Andrea Felicioni. Adattamento e regia di Rita Serafini.
Esecuzioni musicali dal vivo a cura del maestro Daniele Gullotto:
Daniele Gullotto al Pianoforte, Barbara Vannucci al flauto, Anna del Perugia al violoncello. Coro diretto da Letizia Pacetti. Direzione tecnica Marco Ricci.
Torna questo delizioso voudeville anonimo, probabilmente di origine francese, risalente al ‘700, che trovò il suo ambito di rappresentazione tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento in una vasta area del nord e del centro Italia. La storia non è che una fiaba dove Nardino ama Nannetta, entrambi giovani e belli, ma poveri, figli di contadini, ma anche il maturo maestro del villaggio è innamorato della ragazza, spalleggiato dalla madre di lei. Una pianella (ciabatta) della madre, usata da Nannetta e smarrita nella neve, costituirà la pietra dello scandalo Per fortuna il buon senso del babbo di Nannetta, Tommaso, metterà tutto a posto. In realtà il vero centro dell’operetta sono  tre vecchie pettegole, ovviamente dalla parte della madre e del maestro, sempre interpretate rigorosamente da uomini, che, come una sorta di coro degradato dell’antica tragedia, non solo commentano l’azione, ma con strambotti lirici e satirici alludono a fatti e personaggi reali del paese.