“Tra disciplina e magia”: quando l’arte di Paolo Staltari e la poesia di Giovanni Luca Valea “si incontrano” al Teatrodante Carlo Monni

CAMPI BISENZIO – “Tra disciplina e magia”: questo l’evento in programma domani, sabato 10 settembre, alle 17 nel Foyer del Teatrodante Carlo Monni, ovvero l’inaugurazione della mostra che ricostruisce sinteticamente l’itinerario artistico di Paolo Staltari attraverso quindici opere, in parte inedite, in parte provenienti da collezioni private. “L’esposizione, – come scrive Caterina Gennari – che […]

CAMPI BISENZIO – “Tra disciplina e magia”: questo l’evento in programma domani, sabato 10 settembre, alle 17 nel Foyer del Teatrodante Carlo Monni, ovvero l’inaugurazione della mostra che ricostruisce sinteticamente l’itinerario artistico di Paolo Staltari attraverso quindici opere, in parte inedite, in parte provenienti da collezioni private. “L’esposizione, – come scrive Caterina Gennari – che raduna dipinti su tela, tavola e cartone e il cui allestimento è stato curato dall’artista e i suoi collaboratori, si configura come l’occasione unica e preziosa per contemplare l’opera del pittore dagli albori della sua attività al presente e intraprendere un viaggio nell’immaginario di un artista in cui vita e dimensione estetica appaiono inscindibili. Il percorso espositivo prende le mosse dalle opere degli anni Ottanta, nelle quali la sperimentazione coloristica risulta già ricca di consapevolezza e la padronanza del mezzo pittorico è fatto evidente; si procede poi verso le tele dell’età più matura, in cui si osserva l’adozione di iconografie destinate a diventare punti cardinali del codice pittorico di Staltari: gli alberi, i rovi, le figure femminili che imbracciano anfore. Se i primi sono costruiti con rami che si intrecciano a significare i legami, le relazioni, gli abbracci, le seconde si configurano come immagini archetipiche immerse in una dimensione atemporale, con le anfore in terracotta che assumono l’apparenza di reperti antichi, un richiamo, forse, ai tesori di cui la terra calabra, l’illustre e munifica Magna Grecia, è schiva custode. Particolarmente pregevole il nucleo di opere in cui l’artista restituisce l’immagine della sua terra natia, che non è rappresentata tramite un dispositivo mimetico ma attraverso una resa trasfigurata e trasognata di un paesaggio che, nel nostro artista, è inscritto nella memoria profonda prima ancora che nella retina”.

Ma in occasione dell’inaugurazione della mostra, che si svolgerà “sotto l’egida” di Panaiula Gallazzi, ci sarà anche la possibilità di conoscere le poesie di Giovanni Luca Valea, grazie a “Una rosa al padrone”, la sua terza pubblicazione, edita da Porto Seguro, che domani saranno declamate dalla compagnia teatrale degli Antiossidanti. “Iniziali”, distribuito da La Stanza Nascosta Records, è stato invece l’EP di esordio di Giovanni Luca Valea come cantautore. “Due opere – scrive Carlo Caprarella – legate da un intangibile filo poetico, che Giovanni Luca Valea ha intessuto fra inchiostro e note. Una poetica che spinge per uscire dalle pagine del libro, così come dal Pentagramma (e non è un caso che esista anche un quarto Giovanni Luca Valea, drammaturgo, che oggi resterà però nell’ombra). L’ecletticità non è un mero esercizio (fra l’altro riuscitissimo) di stile: rientra fra i doveri dell’Usignolo di cui, nella canzone “Arrivederci Bellezza”, Giovanni si fa carico. È la “Voce di Demodoco” dell’omonimo componimento, quella senza cui gli Uomini non avrebbero un nome, neanche i più grandi. Il mondo va raccontato: e mentre per alcuni, molti, il mestiere è vivere, quello di Giovanni è “scrivere”. Scrivere e cantare: in un botta e risposta continuo di parole e note che s’inseguono per ricamare l’idea del Cantore che non riesce, e non vuole, limitarsi a raccontare, ma pretende di vivere. Così se la prima poesia di “Una rosa al padrone” è “La dura verità”, non stupisce che nell’EP ci sia il brano dal titolo “E’ dura per tutti”. Perché Giovanni si ricorda da solo che “per questa poesia dovrai combattere”, mentre “In vicolo del Panico si parla poco di bellezza”….”.