“Tra incanto e sfregio”: inaugurata a Recanati la mostra con i “lenzuoli” di Signa

SIGNA/LASTRA A SIGNA – E’ iniziato un dicembre impegnativo per il comitato “Nuovo ponte per la Piana”. In attesa della manifestazione di venerdì 13 dicembre che vedrà anche le due amministrazioni comunali, quella di Signa e quella di Lastra a Signa, al fianco dei cittadini nella richiesta, sempre più pressante, di un nuovo ponte sull’Arno […]

SIGNA/LASTRA A SIGNA – E’ iniziato un dicembre impegnativo per il comitato “Nuovo ponte per la Piana”. In attesa della manifestazione di venerdì 13 dicembre che vedrà anche le due amministrazioni comunali, quella di Signa e quella di Lastra a Signa, al fianco dei cittadini nella richiesta, sempre più pressante, di un nuovo ponte sull’Arno e di una nuova viabilità. Non solo per i territori divisi geograficamente dal fiume ma anche per il resto della Piana e di Firenze. Con i cortei che partiranno alle 16 dai rispettivi Comuni per confluire sul ponte sull’Arno (il 5 dicembre alle 21.15 è in programma un incontro organizzativo presso il circolo Donizetti a Signa). E in attesa di capire se sarà un post-manifestazione da “Andamento lento” o da “La mia banda suona il rock” – ma per quello c’è tempo – è stata inaugurata domenica scorsa a Recanati, dove resterà aperta fino al prossimo 15 gennaio, la mostra “Paesaggio italiano – L’infinito tra incanto e sfregio”. Mostra che è stata curata da Vittorio Sgarbi presso il Museo Civico di Villa Colloredo Mels e dove ci sono anche le fotografie di Daniele Pisani relative alla “protesta dei lenzuoli” in via Roma a Signa. Si tratta infatti di una mostra di fotografia contemporanea che vuole racchiudere il bello e il brutto del nostro paese. Nei duecento anni de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, la rassegna racconta il rapporto fra uomo e natura e il paesaggio italiano viene raccontato attraverso 91 scatti, rappresentativi di piccole e grandi storie, dalla bellezza al degrado, nelle immagini di un gruppo di fotografi – in tutto 58 – selezionati personalmente da Sgarbi. Oltre alla bellezza, infatti, sono soprattutto le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti a segnare il paesaggio nelle sue contraddizioni. Le sezioni in cui si articola la mostra fotografica sono sei: l’incanto, lo sfregio, il paesaggio umano, l’utopia, il paesaggio interiore e la città. “Nello scatto di Daniele Pisani – scrive Sgarbi su Facebook – c’è tutta la disperazione di chi abita lì e si sente impotente di fronte a chi dovrebbe e potrebbe fare qualcosa e che sta firmando invece la condanna di morte in vita”. Una “vetrina” nazionale, quindi, per un problema che gioco forza non può essere relegato soltanto alla zona delle Signe.