“Trasporto pubblico toscano nella pandemia, una emergenza dimenticata”: l’appello alle istituzioni toscane delle forze di sinistra

FIRENZE – Un appello alle istituzioni della nostra regione. Con l’obiettivo di trasformarlo in una petizione rivolta a tutti i cittadini. E’ quello che vede come primo firmatario il Partito della Rifondazione Comunista della Toscana ma che ha già ricevuto l’assenso di numerosi consiglieri comunali della Piana. “Il trasporto pubblico locale, – si legge nella […]

FIRENZE – Un appello alle istituzioni della nostra regione. Con l’obiettivo di trasformarlo in una petizione rivolta a tutti i cittadini. E’ quello che vede come primo firmatario il Partito della Rifondazione Comunista della Toscana ma che ha già ricevuto l’assenso di numerosi consiglieri comunali della Piana. “Il trasporto pubblico locale, – si legge nella nota – elemento critico nella diffusione del SARS-CoV-2, sta rimanendo sullo sfondo del dibattito nella società e nella politica. È evidente la sottovalutazione della seconda ondata della pandemia, pure ampiamente prevista dalla scorsa primavera: il governo e la Regione Toscana non hanno elaborato una programmazione di medio periodo, ora si trovano costretti a inseguire, con continui provvedimenti – l’ultimo in queste ore sulla trasformazione in zona rossa – l’emergenza con scelte sbagliate o insufficienti. Si sono persi colpevolmente mesi preziosi, mentre da più parti si chiedevano interventi programmatori”. “Il problema – continua il comunicato – è strutturale, è sotto agli occhi di tutti coloro che da anni salgono su autobus e treni regionali, che essi siano sempre pieni nelle ore di punta. La scelta di privatizzare la forma societaria o la stessa proprietà del trasporto pubblico toscano, perseguita con costanza dagli amministratori di centrosinistra e di destra, ha depotenziato fortemente la capillarità, le possibilità di accesso al servizio, la qualità e tutela del lavoro”.

Da qui le richieste, “perché la Regione provveda con urgenza:

– a prevedere ulteriori fondi per il reperimento di mezzi aggiuntivi (oltre a nuove assunzioni), anche con strumenti eccezionali come le cosiddette requisizioni in uso, ampliando la platea dei soggetti coinvolti e quindi dei mezzi da poter reperire;

– a una revisione profonda, di concerto con gli enti locali, degli strumenti urbanistici e dei piani della mobilità che permetta di aumentare le frequenza specialmente negli orari di punta, la cosiddetta velocità commerciale; che tenga conto, nei diversi strumenti programmatori regionali e locali, delle diversità di esigenze del trasporto urbano ed extra urbano, senza che nessun territorio rimanga abbandonato di fatto da un servizio essenziale come quello del trasporto pubblico

– a contribuire ad una programmazione immediata degli scaglionamenti di entrata e uscita per il lavoro e la scuola, che riduca l’impatto sul trasporto.

– a una profonda revisione delle tariffe del trasporto pubblico locale, alla luce del forte peggioramento della crisi economico sociale, revisione ispirata a criteri di forte progressività, financo a prevedere la gratuita per studenti e lavoratori in tratte individuate e dedicate, ad esempio dalle stazioni ai luoghi di lavoro e studio

– a assumere un forte impegno da subito e nel medio periodo, direttamente e come richiesta nei confronti del governo nazionale, al fine di potenziare il trasporto sia su ferro che su gomma, favorendo il rinnovo del parco mezzi anche con soluzioni come mezzi meno inquinanti ed elettrici e comunque sempre ove possibile il ferro alla gomma.

– un impegno, di concerto con gli enti locali, che individui il tema della mobilità sostenibile come assolutamente prioritario sia per il trasporto individuale che collettivo, con un serio piano per la mobilità elettrica, car pooling e car sharing, dell’uso e acquisto bici, piste ciclabili, intermodalità bici/trasporto su ferro e bici/trasporto su gomma, ecc.

Tutte le suddette proposte ovviamente devono essere ben individuate e dettagliate negli strumenti deputati a livello nazionale, regionale e locale”.