Travaglia e La Grassa (Lega): “Va bene la solidarietà ma spostiamo il capolinea del 35 in un luogo meno isolato”

CAMPI BISENZIO – Continuano ad arrivare, alla nostra redazione, le reazioni in merito all’aggressione subìta, a sfondo sessuale, da una autista dell’Ataf al capolinea del 35, nella zona dell’Indicatore. Un episodio che ha scosso non solo il mondo della politica che, comunque, ha espresso subito, sia da destra che da sinistra, la propria solidarietà alla […]

CAMPI BISENZIO – Continuano ad arrivare, alla nostra redazione, le reazioni in merito all’aggressione subìta, a sfondo sessuale, da una autista dell’Ataf al capolinea del 35, nella zona dell’Indicatore. Un episodio che ha scosso non solo il mondo della politica che, comunque, ha espresso subito, sia da destra che da sinistra, la propria solidarietà alla giovane donna. “Apprendo con rammarico e delusione – dice la dirigente provinciale leghista Maria Cristina Travaglia – quanto accaduto e solo la prontezza di riflessi e la fuga della donna ha evitato il peggio. Il tempestivo intervento delle forze dell’ordine ha consentito di fermare l’aggressore e, al tempo stesso, mettere in salvo l’autista. A lei vanno tutta la mia solidarietà e vicinanza; comprendo lo choc subìto e so che non sarà facile da superare. Ugualmente va il mio ringraziamento ai Carabinieri che sono intervenuti. In qualità di vice-segretario provinciale della Lega per le associazioni gradirei che venisse riconosciuta la figura di pubblico ufficiale per far desistere attacchi verbali a volte accompagnati da minacce di percosse. Con la proposta di spostare il capolinea del 35 in un luogo meno isolato e senza servizi igienici”. “Un altro episodio – aggiunge il segretario della Lega della Piana  e consigliere comunale a Campi Bisenzio, Filippo La Grassa – che getta un’ombra sulla sicurezza dei fruitori dei servizi pubblici; questa volta la vittima è una donna alla quale va tutta la mia solidarietà. L’impegno della Lega  sarà sempre quello di garantire la sicurezza delle persone perché vogliamo che episodi del genere, che colpiscono molto spesso i più deboli, che sono costretti a subire sulla loro pelle le conseguenze del degrado e di politiche di tolleranza, possano cessare”.