“Trippa day”: con la Confesercenti la Firenze di ieri, i sapori di oggi

SESTO FIORENTINO – Ci sono i fuochi di San Giovanni, c’è la Fiorentina, c’è il “Cupolone” e c’è il “Trippa day” organizzato da Italia Comfidi e Confesercenti nel mese di dicembre. Diventato a tutti gli effetti un appuntamento fisso per gli auguri natalizi in città e che racchiude gran parte del mondo produttivo ed economico […]

SESTO FIORENTINO – Ci sono i fuochi di San Giovanni, c’è la Fiorentina, c’è il “Cupolone” e c’è il “Trippa day” organizzato da Italia Comfidi e Confesercenti nel mese di dicembre. Diventato a tutti gli effetti un appuntamento fisso per gli auguri natalizi in città e che racchiude gran parte del mondo produttivo ed economico della città ma anche della “cintura”, a partire dalla Piana, ieri sera ampiamente rappresentata alla Fortezza da Basso. Una bella serata, una cena esclusiva con ben venti portate a cura dei Maestri trippai di Firenze. “Un appuntamento tradizionale – spiegano dalla Confesercenti – nato e consolidato negli anni come “Civiltà della trippa”, che ribadisce l’attenzione dell’associazione e del Consorzio Fidi verso quei mestieri “peculiari” che fanno impresa nel nostro territorio”. Un’attenzione che è nelle “corde” di Confesercenti, nel segno di lampredotto, trippa e budelline. Il “Natale della trippa”, con un menu che, dessert a parte (cantuccini fritti e vin santo), prevedeva rigorosamente piatti a base di trippa: crostini di poppa, trippa in salsa verde, risotto al lampredotto, trippa ai carciofi, budelline a uso d’agnello. Con il risultato che per una sera, quella di ieri, mentre fuori una leggera pioggerella faceva correre il pensiero al caldo della cucina e del fuoco, a sapori del passato, a una Firenze che è rimasta nel cuore e nella mente di tutti i presenti, dentro la Fortezza la trippa è stata degnamente celebrata. I sapori di oggi, la Firenze di ieri, quando l’acqua di cottura era definita “brodo di trippa” e nel pomeriggio veniva acquistata dai bottegai con la raccomandazione che venisse aggiunto un’abbondante cucchiaiata di grasso. O come quando i gestori dei carretti erano i discendenti dei membri della corporazione dei Trippai, una delle più antiche e prestigiose di Firenze. Se torniamo un po’ indietro nel tempo, scopriamo infatti che, già nel Quattocento le cronache raccontavano di botteghe fumose, nei pressi dell’Arno, dove, in cambio di qualche soldo, si vendevano al popolo le interiora. Erano momenti difficili e si lottava ogni giorno contro la fame. Oltre alla corporazione dei trippai, c’era anche quella dei Macellari, che ai tempi del Principato dei Medici avevano le botteghe sul Ponte Vecchio. C’erano poi le corporazioni degli Agnellai, dei Pollaioli, dei Barulli Trecconi e Strascini, quella dei Frattagliai e infine quella dei Testai. Tornando invece al presente la serata di ieri è stata ampiamente “certificata” anche dalla Piana: presenti, fra gli altri il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, il sindaco di Campi Emiliano Fossi, il sindaco di Lastra a Signa Angela Bagni, il direttore della Caritas diocesana fiorentina Alessandro Martini. E ancora gli assessori Stefano Salvi, Eleonora Ciambellotti, Luigi Ricci, Massimiliano Kalmeta, Marco Becattini e Stefano Calistri (in rappresentanza di Campi, Sesto e Lastra a Signa), il consigliere comunale signese Paola Bettarini, l’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Stefano Giorgetti, il capo della segreteria dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo, Gianni Taccetti. E se in tutti questi anni, da piatto della servitù e del “popolino”, che non buttavano mai via nulla, la trippa è diventata un piatto “nobile” un motivo ci sarà. Anzi, più di uno, per la precisione venti; venti come le portate di ieri sera.