Ultimo giorno di lavoro alla Cavalli. Lo stabilimento di Sesto Fiorentino chiude

SESTO FIORENTINO – Ultimo giorno di lavoro per gli ultimo lavoratori ancora presenti nella sede di via Edison all’Osmannoro della Roberto Cavalli. I cancelli dell’azienda che negli anni d’oro tra gli Ottanta e i Novanta ha avuto anche 300 persone all’opera, si chiudono oggi per sempre. Quella che è stata una “filiera” della moda abbandona […]

SESTO FIORENTINO – Ultimo giorno di lavoro per gli ultimo lavoratori ancora presenti nella sede di via Edison all’Osmannoro della Roberto Cavalli. I cancelli dell’azienda che negli anni d’oro tra gli Ottanta e i Novanta ha avuto anche 300 persone all’opera, si chiudono oggi per sempre. Quella che è stata una “filiera” della moda abbandona per sempre Sesto Fiorentino per proseguire a Milano dove già erano stati trasferiti alcuni lavoratori. “Sono rimasti 20 lavoratori e lavoratrici che hanno dovuto traghettare l’azienda nel trasferimento a Milano. – dice Mirko Zaccheo segretario Femca Cisl Firenze e Prato – Sono gli ultimi lavoratori che rappresentano Cavalli a Firenze ed oggi è un giorno triste”.

Un giorno triste e di rabbia aggiunge il sindaco Lorenzo Falchi “Oggi è un giorno di grande amarezza e rabbia perché si chiude una storia radicata sul territorio – dice il sindaco – e che ha rappresentato un arricchimento lavorativo nell’intera area. Credo servano regole diverse e strumenti giuridici che non consentano quanto avvenuto con la Cavalli”. Il sito resterà produttivo. “Questo come previsto dagli strumenti urbanistici del Comune resterò un sito produttivo – dice il sindaco Lorenzo Falchi – abbiamo seguito la vicenda fin dall’inizio e avevamo avuto l’impressione che quelli erano licenziamenti camuffati”.

I cancelli si chiudono e i lavoratori se ne vanno a casa. E da domani? “Da domani a casa” annuncia così Miriana Gori annuncia il suo ultimo giorno di lavoro. “Sono venti anni che lavoro qui alla Roberto Cavalli – dice – e il posto di lavoro diventa una seconda casa e una seconda famiglia”. Miriana Gori si è occupata fino ad oggi di tutta la parte gestionale, del campionario, della prima linea uomo e donna. “E’ stata dura – dice – anche dopo l’uscita dei colleghi in tre step giugno, luglio e settembre abbiamo dovuto sopperire ai colleghi che mancavano con la sofferenza di vedere gli uffici vuoti”. Miriana Gori dice di non aver accettato di andare a Milano “perchè ho una situazione familiare che non me lo permette”. Anche Enrico Fabozzi della Rsu è rimasto a Sesto Fiorentino e da domani non sa quale sarà il suo futuro. “Sono un operativo con lo stipendio che prendo e una famiglia – dice – non potevo andare a Milano. Da 18 anni mi sono occupato approvvigionamento outlet non potevo andare a Milano. Ho 61 anni e l’età non mi aiuta”.

“Denunciamo un esempio che non vorremmo mai rivivere che è quello di un marchio storico legato al territorio che oggi lascia definitivamente la città. – dice Luca Barbetti, segretario Filtem Cgil Firenze – E’ una sconfitta per il territorio e per il mondo del lavoro, è un episodio dal quale credo dobbiamo imparare affinché non si ripeta più. Ci perde il territorio, ma ci perde anche il marchio: il legame con Firenze trovava la sua ragione di successo”.

.

L’azienda dell’Osmannoro rappresentava l’intera filiera del marchio Cavalli. “Cavalli qui rappresentava tutta la lavorazione dalla stoffa al design del tessuto, – dice Zaccheo – lo stile e chiaramente qui si dice che Cavalli non è più a Firenze, ma questo distretto si impoverisce”.