Un adolescente su quattro è depresso. A Firenze un confronto sulla salute mentale

CAMPI BISENZIO – “Un adolescente, ragazzi tra i 13 ed i 18 anni, su quattro è depresso. Serviranno almeno due anni per sanare i danni psicologici ed emotivi causati dalla pandemia”. A dirlo è Luca Mingarelli, psicologo-psicoterapeuta responsabile nazionale delle comunità terapeutiche per adolescenti, in occasione della terza edizione della “Mental Health Marathon” svoltasi ieri a Firenze. […]

CAMPI BISENZIO – “Un adolescente, ragazzi tra i 13 ed i 18 anni, su quattro è depresso. Serviranno almeno due anni per sanare i danni psicologici ed emotivi causati dalla pandemia”. A dirlo è Luca Mingarelli, psicologo-psicoterapeuta responsabile nazionale delle comunità terapeutiche per adolescenti, in occasione della terza edizione della “Mental Health Marathon” svoltasi ieri a Firenze. Un confronto nazionale sulla salute mentale fra istituzioni, servizi sanitari, professionisti e Terzo settore. La segreteria organizzativa della “Mental Health Marathon” è stata affidata a Koncept (055 357223, segreteria@koncept.it). “La depressione è una tendenza alla chiusura, all’isolamento, non si va più a scuola e non si esce più. Un “suicidio emotivo” perché si interrompono le relazioni sociali per rifugiarsi nei social network. Per cercare di recuperare gli adolescenti depressi vanno creati dei centri di aggregazione giovanile, bisogna investire in risorse umane che, purtroppo, al momento sono scarse sia nel pubblico che nel privato, non sufficienti a rispondere alla crescente domanda di aiuto” ha spiegato Mingarelli.

“Per quanto riguarda gli ultimi due anni va evidenziata la fascia d’età 18-24 anni nella quale c’è un grande ricorso al pronto soccorso e ai dipartimenti di salute mentale. La pandemia ha sicuramente accentuato i numeri ma il trend di crescita era già presente negli anni 2017-2018 – sottolinea Tommaso Maniscalco, psichiatra coordinatore del gruppo tecnico delle regioni per la salute mentale nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni -. I fattori sono molteplici, anche di tipo sociologico, con l’aumento dei divorzi e delle separazioni, delle famiglie in difficoltà economiche, fattori che incidono sulla normale relazione di comunicazione dei minori, soprattutto se piccoli. Ma anche l’utilizzo sempre più crescente dei social network influenza la comunicazione; la comunicazione troppo sintetica indotta dai social stimola una sintesi che è anche emotiva e relazionale e può influenzare negativamente il fisiologico percorso di crescita in particolare per quanto concerne il rapporto fra coetanei”.