Un anno di emergenza sanitaria visto (e raccontato) con gli occhi di un volontario della Misericordia di Campi

CAMPI BISENZIO – Un anno visto e raccontato con gli occhi di un volontario. Della Misericordia di Campi. Con altrettante sensazioni da raccontare, vissute in questi lunghi dodici mesi iniziati ufficialmente, per quanto riguarda il servizio che svolge, il 4 marzo 2020. Il volontario, che veste con orgoglio i colori giallo-ciano dell’associazione da sette anni, […]

CAMPI BISENZIO – Un anno visto e raccontato con gli occhi di un volontario. Della Misericordia di Campi. Con altrettante sensazioni da raccontare, vissute in questi lunghi dodici mesi iniziati ufficialmente, per quanto riguarda il servizio che svolge, il 4 marzo 2020. Il volontario, che veste con orgoglio i colori giallo-ciano dell’associazione da sette anni, è Giulio Stabile, 60 anni compiuti proprio nel 2020 e un passato che sarebbe altrettanto da raccontare. Ma questa è un’altra storia. E’ una storia che comunque ha la sua importanza, sia per il lavoro di Stabile, sia perché questo gli ha permesso di avvicinarsi in un secondo momento alla Misericordia di Campi. Di origine ciociara, Stabile ha fatto parte della squadra antimafia ai tempi di Vigna e Canessa e gli ultimi 15 anni di carriera sono stati a Firenze. Poi il trasferimento a Campi per motivi familiari e il desiderio di mettersi al servizio del prossimo.

Da qui l’incontro con la Misericordia e una passione che è cresciuta anno dopo anno. Fino ai giorni nostri, fino ai mesi del Covid: “Il cuore mi diceva di farlo e di mettermi a disposizione di chi aveva bisogno. L’ho fatto, lo sto facendo tuttora e rifarei ogni cosa che ho fatto fin dal primo giorno”. Indubbiamente è stato un anno pesante “ma posso dire di avere il cuore “pieno” proprio per essere riuscito, insieme agli altri volontari, ad aiutare tante persone che avevano delle difficoltà. Sia che si trattasse di svolgere il servizio in ambulanza, cosa che sto facendo tuttora, sia che ci fosse da consegnare a domicilio di chi lo richiedeva la spesa, i farmaci e le mascherine. Ed è stato un modo per rafforzare il rapporto fra diversi di noi volontari, con i quali mangiavamo in sede fra un servizio e l’altro e ci occupavamo anche della sanificazione dei locali.

E’ vero, non ho potuto festeggiare il compleanno (sorride…) ma è stato un modo davvero significativo per portare avanti con attenzione tutto quello che ci veniva e ci viene richiesto anche ora”. La Misericordia, fra l’altro, come ci ha raccontato lo stesso Stabile, gli è stata di grande aiuto in un momento difficile della sua vita e questo è anche il suo modo per dirle grazie: “Cerco sempre di trovare uno spazio per l’associazione. Solitamente svolgo il mio servizio come autista sulle ambulanze per le emergenze sanitarie ma faccio parte anche del gruppo di protezione civile”. Senza dimenticare, in tutto questo, il figlio che vive a Campi ma che nelle settimane più complicate del virus, quelle dell’anno scorso, non ha avuto rapporti con il babbo proprio per evitare qualsiasi problema: “Ci sentivamo la sera, anzi facevamo delle lunghe videochiamate per raccontarci la giornata e farci coraggio a vicenda”.

E quando gli chiediamo se c’è un episodio che gli è rimasto dentro più degli altri, non ha dubbi: “Gli anziani che accompagnavamo all’ospedale a causa del virus e che “si abbracciavano” letteralmente alle nostre mani, era come se volessero affidarsi a noi”. Tutto questo è Misericordia. E la testimonianza di Giulio Stabile ce lo ha ricordato ancora una volta.