Un campigiano racconta: “Ero in piazza a Torino, la gente cadeva per terra e veniva calpestata…”

CAMPI BISENZIO – “Abbiamo visto la gente cadere per terra, calpestata da altra gente”. Poche ma significative parole, che non lasciano spazio ad alcuna interpretazione. Sono quelle usate da Alessio per raccontare gli attimi di terrore vissuti ieri sera a Torino in piazza San Carlo dove si era recato, insieme a un gruppo di altri […]

CAMPI BISENZIO – “Abbiamo visto la gente cadere per terra, calpestata da altra gente”. Poche ma significative parole, che non lasciano spazio ad alcuna interpretazione. Sono quelle usate da Alessio per raccontare gli attimi di terrore vissuti ieri sera a Torino in piazza San Carlo dove si era recato, insieme a un gruppo di altri ragazzi campigiani, per assistere alla finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid. E anche lui, a distanza di ventiquattro ore da quella che poteva essere un’autentica tragedia, non è riuscito a farsi un’idea di quale possa essere stata la causa di tutto quel caos: “Oggi ho letto del petardo e di tutte le ipotesi che sono state fatte ma lì noi non abbiamo sentito niente”.  “Siamo arrivati a Torino poco dopo pranzo, – racconta – alcuni sono andati in albergo, altri in piazza ed è filato tutto via tranquillo fino alla sera. Ci siamo sistemati poco sotto il palco, nei pressi dello schermo gigante, e abbiamo aspettato l’inizio della partita”. Poi, quando non mancava molto alla fine, il finimondo: “Abbiamo iniziato a sentire spingere, non capivamo cosa stesse succedendo, si vedeva solo la gente cadere per terra…”. Intorno a loro sangue, disperazione e un fuggi fuggi generale. E i “cocci” di troppe bottiglie di vetro che in quella piazza non ci dovevano essere: “Quando siamo entrati, le forze dell’ordine hanno controllato i nostri zaini, c’erano delle transenne, le bottiglie di vetro non potevano “entrare”. Allora perchè dopo in piazza è stato consentito di vendere tutta quella birra a quelli che erano degli abusivi? Quel che è certo è che l’organizzazione della serata è stata pessima”. In mezzo alla confusione generale, i ragazzi campigiani che erano sotto il palco sono riusciti a non farsi travolgere dall’onda anche se poi hanno perso tutto quello che avevano con loro: “Gli zaini non li abbiamo ritrovati, siamo rimasti un’ora vicino al palco e solo quando abbiamo sentito gli altri che erano riusciti a rientrare in albergo, li abbiamo raggiunti”. Ritrovata un po’ di tranquillità sono tornati in piazza San Carlo per cercare di capire cosa fosse successo e per mettersi alla ricerca dei propri zaini ma niente: “Di fronte ai nostri occhi tanto sangue e un vero e proprio mare di scarpe (come testimonia la foto scattata dallo stesso Alessio), il segno tangibile di come chi era lì, sia realmente scappato di fronte alla morte…”. Solo uno di loro è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per un taglio a una mano (gli hanno applicato quattro punti) ma la paura, in quella che doveva essere una sera di festa, a prescindere dal risultato della partita, è stata davvero tanta. Una volta riunito il gruppo, il ritorno in albergo dove sono rimasti fino a questa mattina prima di far ritorno a Campi. Con la consapevolezza di averla scampata davvero bella dopo aver provato, sulla propria pelle, una delle esperienze più brutte di sempre.