Un lettore ci scrive: “Galleria del Colle, perché tutta quella luce? Una sconfitta davanti alle sfide con il futuro”

CALENZANO – Sono una serie di considerazioni significative, sul risparmio energetico ma anche sull’ambiente, quelle che fa Simone Cecconi, un nostro lettore di Calenzano. Considerazioni che hanno come origine la Galleria del Colle e la “troppa” illuminazione. Ecco il suo punto di vista: Da sempre sono convinto (adesso un po’ meno) che la coscienza collettiva […]

CALENZANO – Sono una serie di considerazioni significative, sul risparmio energetico ma anche sull’ambiente, quelle che fa Simone Cecconi, un nostro lettore di Calenzano. Considerazioni che hanno come origine la Galleria del Colle e la “troppa” illuminazione. Ecco il suo punto di vista:

Da sempre sono convinto (adesso un po’ meno) che la coscienza collettiva e il comportamento individuale influiscano sui grandi cambiamenti. Ancora di più sul moderare i propri consumi e le proprie necessità. Molto di quanto abbiamo è superfluo e si può fare una vita un po’ più sobria senza rinunciare alla felicità. Sono fra quelli che pensano che la migliore fonte energetica sia il “negattore”. Quello che non consumiamo, quello che risparmiamo. Per questo ogni volta che passo dalla Galleria del Colle vengo assalito da mille perché. Soprattutto di notte, quando arrivi dalla strada buia e rimani abbagliato da tutta quella luce. Di giorno non trovi la differenza, all’inizio non sembra neanche di essere in galleria, ma di notte arrivi da una strada quasi buia e all’ingresso percepisci lo sforzo che impiegano le pupille per restringersi. Anche nel sottopasso dell’autostrada lì vicino, stesso discorso. Quando fu inaugurata erano tempi di Austerity, la Russia aveva chiuso i rubinetti del gas e tutta Europa penava per questo. In Francia era uscita una legge che multava in modo salato i negozi che tenevano le porte aperte con l’aria condizionata accesa. Ero fra quelli che pensavano che ci trovassimo di fronte a un cambiamento che avrebbe portato dei benefici all’ambiente.

Per me quella galleria rappresenta la “sconfitta” di una società davanti alle sfide per il futuro. Faccio fatica a immaginare che fra le priorità degli amministratori, non solo quelli di Calenzano, ci sia lo sviluppo sostenibile. Galleria che, quando passo in bicicletta di notte, il faro automatico si spegne. Perché non prevedere dei dispositivi crepuscolari che abbassano la luce quando è buio? A tal proposito, quanti sono i sottopassaggi illuminati nella Piana? Restando in tema di ambiente e sviluppo sostenibile, prendiamo i sensi unici. Da non molto è stato invertito il senso di via Sanzio, ci saranno state delle buone ragioni, ma hanno pensato che chi abita in via delle Bartoline, dove c’è anche una Rsa, da piazza Costituzione deve fare 900 metri invece che 50? Moltiplicate il Co2 emesso da questi mezzi in un mese e vediamo l’impronta ecologica di questa scelta. È poi ci vietano di bruciare le potature degli olivi…

L’altra questione che mi preme sottolineare è il riscaldamento nelle scuole e negli edifici pubblici. Viene ancora regolato con il calendario? Vengono accesi a novembre e spenti ad aprile, indipendentemente dal meteo e dai giorni di chiusura? A me pare che nelle scuole ci siano i riscaldamenti al massimo e le finestre aperte, oppure, al contrario classi non esposte al sole che hanno freddo e altro esposte a sud dove devono stare in maglietta. Qualche anno fa c’era una legge che imponeva ai condomini di adeguare i radiatori per regolarli indipendentemente e conteggiare le calorie usate.  Perché non è successo lo stesso negli edifici pubblici?

Simone Cecconi