Un volontario della mensa “dei poveri” della Misericordia scrive al Presidente Mattarella

SESTO FIORENTINO – Arrigo Canzani, volontario della mensa della Misericordia di Sesto Fiorentino scrive una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché intervenga per far in modo che vengano soccorse le imbarcazioni di profughi abbandonati sui barconi in balia delle onde. “Sono un volontario – scrive Canzani – della mensa dei ‘poveri’ (senza tetto, […]

SESTO FIORENTINO – Arrigo Canzani, volontario della mensa della Misericordia di Sesto Fiorentino scrive una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché intervenga per far in modo che vengano soccorse le imbarcazioni di profughi abbandonati sui barconi in balia delle onde. “Sono un volontario – scrive Canzani – della mensa dei ‘poveri’ (senza tetto, senza fissa dimora, sbandati, disoccupati) della Confraternita di Misericordia di Sesto” e prosegue “fra i frequentatori della mensa, 2/3 sono ‘migranti’ in possesso o in attesa di permesso di soggiorno (alcuni senza, a rischio espulsione), in gran parte giovani arrivati nel nostro Paese come profughi. Dai loro racconti si capisce e si comprendono le loro sfide – a rischio della loro vita – sulle traversate in mare aperto per fuggire dalle situazioni originarie di estrema miseria, violenze, conflitti, persecuzioni, terrorismo; guardano con speranza ad un futuro, nel nostro Paese e altrove, per intraprendere un cammino di vita più simile al nostro. Sono gli stessi profughi, con le identiche motivazioni e lo stesso sogno, che in questi giorni, consapevoli dei gravi pericoli e dopo aver pagato spregevoli trafficanti, tentano di avventurarsi in mezzo al mare con la speranza di incrociare una nave o raggiungere un approdo di salvezza per continuare a coltivare un desiderio che possa avverarsi.

Caro Presidente, in qualità non solo di capo dello Stato, con la fiducia e la stima riposta, nei suoi confronti, dalla stragrande maggioranza degli italiani, ma anche come capo delle Forze Armate e quindi della Marina Militare, potrebbe richiedere e ordinare (ma forse avrebbe già provveduto se fosse stato possibile) di soccorrere, in situazioni di vera emergenza, le imbarcazioni di profughi abbandonati sui barconi in balia delle onde , per poi individuare e richiamare ad una comune responsabilità i partner europei di farsi carico dell’accoglienza. Non possiamo sottrarci ad intervenire e agire per la salvezza della vita di persone, quando il pericolo, proprio sotto i nostri occhi, rischia di trasformarsi in tragedia. Siamo chiamati a questo irrinunciabile aiuto e soccorso, non solo per la posizione geografica del nostro Paese, ma anche per la nostra storia, la nostra cultura, i nostri principi costituzionali”.