Uniti per Signa: “Il consiglio comunale non è il luogo dove il sindaco si può sfogare…”

SIGNA – Uniti per Signa, nelle persone del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, torna sul consiglio comunale di lunedì scorso, “con il consueto e avvilente schema: – si legge in una nota – proposte dei gruppi di minoranza, dal benessere degli animali alle ricadute sulla vita dei […]

SIGNA – Uniti per Signa, nelle persone del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, torna sul consiglio comunale di lunedì scorso, “con il consueto e avvilente schema: – si legge in una nota – proposte dei gruppi di minoranza, dal benessere degli animali alle ricadute sulla vita dei cittadini della riforma della prescrizione passando dalla pista ciclabile Cascine-Renai, dal garante dei disabili, dalla sicurezza al decoro urbano, sistematicamente bocciate dai gruppi di maggioranza; impegnati nella ricerca di appigli minimali per giustificare la propria opposizione”.

“Niente di nuovo sul fronte signese. Anche nelle manifestazioni più esacerbate a cui ci ha abituato il sindaco. Stavolta dopo l’annuncio dell’arrivo della fibra a Signa: un ritardo grottesco quasi come quello del recupero del tabernacolo di via della Redina. Ne è seguito uno sfogo incomprensibile, del tutto decontestualizzato, dai toni smodati e dalle parole fortemente lesive dei sei consiglieri di minoranza accusati addirittura di definire “mafiosa” l’amministrazione comunale. Tutto, ovviamente e documentalmente, falso. Soprattutto per coloro che impiegano una parte decisiva del proprio tempo, e non solo, in un servizio di volontariato puntuale nella comprensione e nel miglioramento dell’attività amministrativa del Comune”.

“Il consiglio comunale di Signa non può essere lo “sfogatoio” del sindaco e per evitare questo ci appelliamo al presidente Massimo Campigli: perché ne tuteli la dignità istituzionale. Di tutto il consiglio comunale e di tutti i suoi gruppi: sia di maggioranza che di minoranza. È fondamentale ripristinare un livello decente di rispetto istituzionale per un organo espressione organica della complessità della società signese: che non può sopportare ulteriormente l’arroganza di chi vuole esautorarlo in nome di un’investitura che evidentemente si pretende fuori dai limiti e dall’equilibrio dei pesi e contrappesi costituzionali”.

“Gravissima, – concludono – in questo senso, l’affermazione del sindaco, strumentale alla bocciatura di una proposta consiliare, secondo cui i cittadini si sono già espressi nelle elezioni comunali del 2019. Come a dire che quella elezione, a Signa la prima non al primo turno ma al ballottaggio, è definitiva e che esaurisce le funzioni di controllo, indirizzo e fiducia attribuite dalla legge al consiglio comunale. Un consiglio sotto attacco. Che deve pretendere il rispetto delle proprie prerogative. E, tramite il presidente Campigli, della propria dignità istituzionale”.