Uniti per Signa: “Sia fatto ogni sforzo per non perdere la storica filiale della Cassa di Risparmio di San Mauro”

SIGNA – “Sia fatto ogni sforzo per non perdere la storica filiale della Cassa di Risparmio di San Mauro”: è questo l’appello di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, che prendono in esame lo stato delle cose dell’istituto di credito che “dagli anni Sessanta […]

SIGNA – “Sia fatto ogni sforzo per non perdere la storica filiale della Cassa di Risparmio di San Mauro”: è questo l’appello di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, che prendono in esame lo stato delle cose dell’istituto di credito che “dagli anni Sessanta del secolo scorso – spiegano – è uno dei punti di riferimento, sia simbolico che della pubblica utilità, della comunità di San Mauro: la storica filiale della Cassa di Risparmio in piazza Alimondo Ciampi”. “E tale è rimasta – aggiungono – anche dopo che, nel 1992, con un’Offerta pubblica d’acquisto (Opa) la Banca Cassa di Risparmio di Firenze è stata acquisita da Intesa Sanpaolo: primo gruppo bancario italiano per numero di sportelli e per quota di mercato. Rivendicazione ostinata della forza del radicamento sul territorio rispetto alle dinamiche finanziare fra grandi gruppi bancari. Local contro global come monito della originaria missione degli istituti di credito. Ma quel che ha superato i tornati della storia del capitalismo italiano rischia di perdersi per una semplice Scia edilizia”.

“Lo scorso settembre, infatti, – spiegano in una nota i tre consiglieri – Intesa Sanpaolo ha chiesto, per l’agenzia di San Mauro, una Scia edilizia per modifiche interne e adeguamento barriere architettoniche. Lavori che si sono fermati quasi subito. E che ancora non sono ripresi. Con una serie di effetti collaterali. Come il perdurante trasferimento dello sportello bancario a San Donnino, cagione di disagi crescenti per i dipendenti e per i cittadini, soprattutto per le fasce più deboli della Comunità di San Mauro a cui viene tolto uno degli storici poli sociali”.

Visto il protrarsi delle cose, “dello stallo, – dice UPS – nel consiglio comunale di lunedì 22 marzo abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere: quali sono le cause che hanno determinato il blocco delle opere edili presso l’agenzia di San Mauro della Banca Cassa di Risparmio di Firenze; se tali cause sono di competenza dell’amministrazione comunale e quali possono essere soluzioni per superare lo stallo dei lavori; i tempi necessari per addivenire a dette soluzioni”.

Durante la discussione è emerso che, a detta dell’amministrazione comunale, dopo la presentazione della Scia, nel mese di ottobre, il Comune ha comunicato a Intesa Sanpaolo una diffida a dare inizio ai lavori o alla prosecuzione degli stessi per la “mancanza della dimostrazione della legittimità urbanistica dell’immobile” con richiesta di integrazione documentale da produrre entro 40 giorni. Nel mese di novembre la banca ha chiesto 30 giorni di proroga per adempiere all’integrazione richiesta. Che è stata presentata a metà dicembre ma in una forma ritenuta dagli Uffici non tale da superare le criticità evidenziate con la prima diffida. Nel mese di febbraio si sarebbero svolti incontri fra il settore urbanistica e la Banca per individuare una via d’uscita possibile. A oggi l’amministrazione comunale è in attesa di risposte dai tecnici di Intesa. Che se non fossero prodotte o prodotte in modo ritenuto insufficiente porterebbe alla richiesta di sanatoria edilizia”.

“Ipotesi, quella di una sanatoria edilizia, – concludono – assolutamente da sventare. Perché innescherebbe una dilatazione dei tempi sicuramente non breve e comunque di difficile valutazione. Soprattutto in un Comune storicamente caratterizzato da procedure edilizie complesse che negli anni, per precisa scelta politica, non si sono mai volute semplificare. Ora, è evidente che l’importanza della Cassa di Risparmio a San Mauro può collidere con le strategie su larga scala del gruppo Intesa; che, d’altronde, ha già temporaneamente trasferito la filiale nel Comune di Campi Bisenzio. Esito da scongiurare cercando tutte le soluzioni possibili portando al limite massimo il grado di flessibilità delle parti. Ovviamente nel rispetto delle normative vigenti ma anche nella consapevolezza di strumenti e prassi urbanistici vetusti ed eccessivamente rigidi. Perché determinerebbe un vulnus grave per San Mauro, per la comunità, per il Comune di Signa. Che negli ultimi anni è stato interessato da una perdita consistente e repentina del patrimonio di agenzie bancarie sul proprio territorio”.