Uno schiaffo alle nostre paure e alle insicurezze: “Sarai una Stella accesa sul cielo della nostra comunità”

CAMPI BISENZIO – Il cielo azzurro di una mattina di inizio giugno, il ricordo di tante estate serene da bambino e il sole a riscaldare il cuore. In un silenzio irreale, fra volti attoniti e occhi rigonfi di lacrime. Compresi quelli di chi scrive. Con le nuvole che prendevano le sembianze di quello zucchero filato […]

CAMPI BISENZIO – Il cielo azzurro di una mattina di inizio giugno, il ricordo di tante estate serene da bambino e il sole a riscaldare il cuore. In un silenzio irreale, fra volti attoniti e occhi rigonfi di lacrime. Compresi quelli di chi scrive. Con le nuvole che prendevano le sembianze di quello zucchero filato che Stella non potrà mai mangiare. Così non potrà mai sorridere al mondo e alle tante persone che stamani si sono alzate un po’ più presto del solito per essere il primo sabato estivo.

Ma non sono volute mancare. Non sono volute mancare all’ultimo saluto a un bambina che la sua vita non l’ha mai vissuta, “coperta” da una piccola bara bianca che è stata uno schiaffo, una pugnalata ai nostri timori e alle nostre sicurezze. Ancora di più alle nostre paure e alle nostre insicurezze. Stella, questo il nome che è stato scelto, è infatti la piccola che nel novembre scorso venne trovata chiusa – in quel caso sì, chiusa – in una borsa all’esterno della farmacia comunale dell’Indicatore Un’altra stagione, un altro mondo, un altro stato d’animo. Per tutti.

Con il solo “desiderio”, oggi, di chiedersi, come ha fatto Antonella Greco, direttrice della farmacia, colei che insieme alle colleghe fece la terribile scoperta, “se potevamo fare di più”, se ognuno di noi, mi permetto di aggiungere, può fare di più nella vita di tutti i giorni. E così in tanti, non solo da Campi, si sono dati appuntamento all’interno del cimitero comunale: assessori, consiglieri comunali, consiglieri regionali, semplici cittadini, i volontari della Misericordia di Campi che hanno aperto il doloroso corteo funebre. Tanti cuori trapassati dalla freccia del dolore e della tristezza.

“Siamo qui – ha detto don Marco Fagotti – per affidarla alle mani amorose del Padre, con un carico di dolore non indifferente. E anche se in momenti come questo le parole non bastano, è la fede che ci viene in soccorso: teniamo questa Stella accesa sul cielo della nostra comunità”. “Era novembre – ha detto il sindaco Emiliano Fossi, particolarmente commosso – e penso che ognuno di noi ricordi dove era nel momento in cui ricevette la terribile notizia del ritrovamento. Una scena, quella dell’abbandono della piccola Stella, che ci ha riportati indietro nel tempo di decenni. Mi sono chiesto, da uomo delle istituzioni, e ci siamo fatti tante domande su quello che è il nostro ruolo e se, sempre come istituzioni, abbiamo fatto tutto il possibile per prevenire episodi del genere. Me lo chiedo anche oggi così come dico che tutti dobbiamo riflettere di più”. Una considerazione alla quale mi associo anche io, senza dilungarmi in lunghi “sermoni” ma con la consapevolezza che la vita che tutti noi per fortuna stiamo vivendo è una grande opportunità. Un’opportunità da non sprecare.