Uno spettacolo teatrale racconta la vita del giudice Caponnetto. Ma è anche la storia di ognuno di noi

SIGNA – E’ come raccontare, per chi l’ha vissuta, e mettere in scena una parte importante della propria vita. Anzi, lo è in tutto e per tutto E’ uno spettacolo che merita assolutamente di essere visto, proprio perché apre a molteplici riflessioni. Spettacolo su cui si alzerà il sipario il prossimo 23 maggio – data […]


SIGNA – E’ come raccontare, per chi l’ha vissuta, e mettere in scena una parte importante della propria vita. Anzi, lo è in tutto e per tutto E’ uno spettacolo che merita assolutamente di essere visto, proprio perché apre a molteplici riflessioni. Spettacolo su cui si alzerà il sipario il prossimo 23 maggio – data scelta assolutamente non a caso – alle 21.15 in Salablu, organizzato e promosso dalla Pro loco di Signa in collaborazione con l’Associazione culturale Tutti per Uno e con il patrocinio del Comune di Signa. Il 23 maggio, infatti, saranno trent’anni esatti dalla strage mafiosa di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro). E dopo il periodo di “fermo” dovuto alla pandemia, anche lo spettacolo teatrale “Lascerò che una nuvola vi accompagni”, ideato e scritto da Anna Furno e Salvo Punzo e dedicato alla vita del giudice antimafia Antonino Caponnetto, “padre” e guida dell’indimenticabile pool con Falcone, Borsellino, Guarnotta e Di Lello può tornare sul palcoscenico e aperto a tutta la cittadinanza.

“Siamo certi e convinti che la cultura della legalità, – dice Letizia Pancani, presidente della Pro loco Signa – il rispetto reciproco delle persone e, soprattutto, la cultura dell’antimafia, sono valori da infondere da subito ai nostri ragazzi. Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere, per quanto possibile, anche alcune classi di istituti scolastici signesi per i quali abbiamo organizzato repliche dello stesso spettacolo in più giorni in orario mattutino. Per la cittadinanza sarà comunque messo in scena la sera del 23 maggio alle 21 in Salablu, perché questi temi non riguardano solo i ragazzi, ma, purtroppo, sono ancora di stretta attualità e riteniamo che parlarne sia quanto mai necessario e doveroso anche ricorrendo all’utilizzo del linguaggio teatrale e musicale, in questo caso con uno spettacolo dell’Associazione Culturale Tutti per Uno. Invitiamo dunque a mettersi in contatto con la Pro loco di Signa ai recapiti 0558790183 – 3534312352 per avere ulteriori informazioni e per le consigliate prenotazioni in quanto la capienza della Salablu è limitata a un centinaio di posti circa”.

“Siamo onorati e felici – aggiunge Anna Furno, presidente dell’associazione culturale Tutti per Uno e co-autrice dello spettacolo – di poter eseguire lo spettacolo nel nostro territorio e ringraziamo la Pro loco di Signa per averlo promosso e organizzato. Abbiamo ormai superato la cinquantesima replica e questo ci rende particolarmente orgogliosi del lavoro fatto. Nel corso degli anni, prima della pandemia, siamo stati in tante regioni: Toscana, Umbria, Marche, Lazio (una volta anche a San Marino) ma è proprio a Signa che lo spettacolo è stato concepito. In particolare a una delle feste delle associazioni organizzata dall’assessore Marinella Fossi. Era il 2 giugno 2012 e, durante un’esibizione in piazza Cavour, ci venne a trovare, senza alcun preavviso, la moglie del giudice Caponnetto che noi chiamiamo affettuosamente “Nonna Betta”, (da pochi giorni ha compiuto 100 anni) e pubblicamente ci chiese di scrivere uno spettacolo dedicato alla vita di suo marito. La richiesta inizialmente non fu presa molto sul serio ma a ottobre dello stesso anno, “Nonna Betta” ci chiamò per chiedere a che punto era la preparazione dello spettacolo. Ci guardammo sopresi e imbarazzati. Cosi, subito dopo la telefonata, lo prendemmo come impegno vero e proprio e il 25 gennaio 2014 al Teatro SMS di Rifredi, davanti a un pubblico numeroso, andò in scena quella che doveva essere l’unica rappresentazione in calendario. Poi la miriade di richieste pervenute da molte scuole, associazioni, fondazioni, enti pubblici ci spinsero a organizzarci per poter eseguire altre repliche soprattutto negli istituti scolastici”.

Per quanto riguarda la trama, si tratta di un romanzo inedito che racconta la vita del giudice Caponnetto e dieci anni di storia: dal 1983 (anno della morte del giudice Rocco Chinnici) al 1993 (strage di via dei Georgofili). Eva, ragazza fiorentina, nel luglio del 1983 ha solo 14 anni e va in vacanza con la sua famiglia a Mondello, nota spiaggia di Palermo, dove conosce Alessandra, una coetanea palermitana. Terminata la vacanza, Eva ritorna a Firenze e da quel momento le due ragazze iniziano a scriversi delle lettere (in quel periodo non si usavano cellulari o e-mail…). Alessandra, negli anni, racconterà a Eva le sue ansie e preoccupazioni per il susseguirsi degli attentati di mafia, la speranza portata dall’arrivo del giudice Caponnetto e la creazione del pool antimafia e i momenti di sconforto dovuti alle stragi di Capaci (Falcone) e via D’Amelio (Borsellino). Alessandra vuole diventare una giornalista impegnata nella lotta contro la mafia, il suo sogno è quello di intervistare l’uomo che ha ispirato la sua scelta di vita: Antonino Caponnetto. Eva inizialmente non riesce a comprendere la preoccupazione di Alessandra ma nel 1993, anno appunto della strage di via dei Georgofili, le fa prendere coscienza che la mafia non è un male circoscritto alla sola Sicilia e per questo motivo deciderà di impegnarsi in prima persona difendendo, nei processi, da giovane avvocato, le vittime di mafia…