UPS: “A Signa i disservizi di Alia, fra inchieste e l’inaccettabile abuso dei subappalti”

SIGNA – “Strane coincidenze e antiche quanto inaccettabili prassi”: considerazioni, queste di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella. Il perché lo spiegano in una lunga nota: “Nell’ultimo mese disservizi e ritardi Alia nella raccolta dei rifiuti urbani in molte zone del territorio comunale. Dove […]

SIGNA – “Strane coincidenze e antiche quanto inaccettabili prassi”: considerazioni, queste di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella. Il perché lo spiegano in una lunga nota: “Nell’ultimo mese disservizi e ritardi Alia nella raccolta dei rifiuti urbani in molte zone del territorio comunale. Dove le strane coincidenze sono riferibili all’inchiesta della Procura di Firenze che ha investito funzionari e dirigenti dell’ente gestore del servizio integrato dei rifiuti e l’inaccettabile prassi è l’abusato utilizzo dei subappalti. Prima le coincidenze. I disservizi nel ritiro dei rifiuti quasi coincidono con l’emissione di ordinanze di interdizioni per nove dirigenti e funzionari di Alia e l’iscrizione nel registro degli indagati di altre diciotto persone. Effetti di un’inchiesta aperta nel 2016 con 33 dipendenti della società raggiunti da informazione di garanzia. Con ipotesi di reato pesanti: un generale stato di illegittimità, gestione illegale di ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi, smaltimento illecito di rifiuti presso la discarica di Case Passerini, scaricamento sistematico sul suolo di rilevanti quantità di percolato all’interno di laghetti non impermeabilizzati, gestione abusiva di un impianto di recupero energetico del rifiuto speciale, superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione delle acque sotterranee a Case Passerini. Ipotesi che, se verificate, avrebbero come corollario conseguenze sull’ambiente, sulla salute dei cittadini; ma anche sulla gestione del servizio di igiene ambientale e sui relativi equilibri economico-finanziari”.

Nel consiglio comunale di lunedì scorso, Uniti per Signa ha presentato un’interrogazione “per chiedere se Ato Toscana Centro, Alia e gli organi di polizia e giudiziari hanno comunicato all’amministrazione comunale informazioni sull’inchiesta; se i reati ipotizzati hanno riflessi di impatto ambientale e sanitario sul Comune di Signa e su i suoi cittadini; le conseguenze sul servizio e sulle tariffe tari e se un sistema che si basa su gestori e controllori partecipati da molti soci comuni possa dare garanzie di funzionalità. Interrogazione integrata con l’acuirsi dei problemi di ritiro dei rifiuti anche nella zona di San Piero a Ponti (nella foto): immondizia differenziata non raccolta o raccolta a orari notturni ed improbabili con attività produttive costrette a convivere con sacchi maleodoranti davanti ai propri ingressi. Disagi ancora più insopportabili se correlati a una delle tariffe Tari più alte dell’Area metropolitana di Firenze: i signesi pagano ad Alia, solo per la raccolta rifiuti, 4.685.790,90 euro”.

“Secondo l’amministrazione, però, – continua il comunicato – i disservizi che hanno caratterizzato le ultime settimane non dipendono dalle indagini in corso ma sono dovuti al “cambio di cooperativa”. Premesso che una fase di passaggio e di transizione non può durare mesi, la risposta della giunta comunale evidenzia una pratica tanto antica quanto inaccettabile: quella del subappalto. Il Comune di Signa è socio pubblico di Alia Spa a cui versa annualmente più di 5 milioni di euro. D’altro canto, la società è partecipata pubblica che dovrebbe fornire un servizio qualificato e, per sua natura, fidelizzato. Con un organico di operatori stabile e non soggetto alle fluttuazioni della precarietà e dei contratti atipici e sottopagati. Inoltre, Alia svolge il servizio servendosi in buona parte di subappalti attraverso cooperative esterne: scarsa preparazione ed esperienza, organici variabili, lavoro atipico e scarsamente remunerato”.

“Situazione inaccettabile e foriera di contraddizioni stridenti. Con i soci, come il Comune di Signa, che avallano e finanziano un sistema deregolamentato di subappalti precari sotto la parvenza dell’intrapresa pubblica. Meccanismo vizioso che chiede ai cittadini di pagare 5 milioni di euro per un servizio che poi viene affidato, con la logica del massimo profitto e non dell’equivalente qualità, a cooperative esterne. In attesa che la fase di transizione fra una cooperativa e l’altra termini, non può essere elusa un’iniziativa politica e amministrativa tesa a superare la logica dei subappalti; soprattutto se realizzata da una società a capitale pubblico partecipata direttamente ed indirettamente da enti locali”.