UPS: “Con la nomina ad assessore dell’anti-signese Rossi un’intera comunità viene considerata di “proprietà” del Pd”

SIGNA – Come era prevedibile la notizia della nomina ad assessore, con delega allo sviluppo economico, del Comune di Signa dell’ex presidente della Regione Enrico Rossi, ha già provocato diverse reazioni. Prima sui social (dove, in un post, era stato lo stesso Rossi ad annunciare che ieri c’era stata la nomina ufficiale da parte del […]

SIGNA – Come era prevedibile la notizia della nomina ad assessore, con delega allo sviluppo economico, del Comune di Signa dell’ex presidente della Regione Enrico Rossi, ha già provocato diverse reazioni. Prima sui social (dove, in un post, era stato lo stesso Rossi ad annunciare che ieri c’era stata la nomina ufficiale da parte del sindaco Giampiero Fossi), stamani anche dal punto di vista politico, come dimostra la presa di posizione dei consiglieri di Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri, Matteo Mannelli e Chiara Di Bella.

“Enrico Rossi – spiegano in una nota – è il quinto assessore del Comune di Signa ma l’annuncio non lo ha dato, come sarebbe stato logico visto che lo ha nominato, il sindaco, ma lui stesso sulla sua pagina Facebook: modalità che evidenzia, ancora una volta, l’irrilevanza politica del primo cittadino rispetto a scelte calate dall’alto e accettate passivamente. Nel suo post Rossi si diletta nei massimi sistemi: la grande soddisfazione per una Toscana che sconfigge la Lega di Matteo Salvini, l’Europa come luogo fondamentale per l’elaborazione delle politiche progressiste e sociali, la sua disponibilità, sulla quale non avevamo dubbi, rivolta al Pd nazionale per contribuire a costruire un partito sociale e popolare”.

“Signa – continua il comunicato – ridotta velocemente a esperienza che lo incuriosisce e lo stimola. Ma soprattutto, senza alcun pudore, a un incarico che gli consentirà di mantenere i suoi impegni in Europa nel Comitato delle Regioni. Allora è evidente che l’intera comunità signese, con le sue istituzioni, è stata considerata, trattata, alla stregua di una pertinenza, di una proprietà del Pd metropolitano, regionale e nazionale: con grave nocumento della credibilità e della dignità delle istituzioni cittadine stesse”.

I consiglieri di Uniti per Signa entrano poi nel merito della loro contrarietà alla nomina di Rossi: “Enrico Rossi è un anti-signese. Perché è colui che ha commissariato il Comune di Signa sulla Cassa di Espansione dei Renai per non realizzarla: utilizzando il parco e le sue attività commerciali come un invaso da riempire nei momenti di criticità del fiume Arno. Con danni enormi di natura ambientale ed economica. È colui che ha programmato un Piano dei rifiuti dell’Ato Toscana Centro fallimentare; soprattutto da un punto di vista impiantistico. Con mancate realizzazioni e previsioni, come per esempio i termovalorizzatori di Case Passerini e Selvapiana, fatte ripagare ai signesi con tariffe pesantissime. È colui che dopo aver deliberato l’Ato unico regionale per il Trasporto pubblico locale con affidamento del servizio a un unico operatore dal 1 gennaio 2012, a tutt’oggi non è riuscito a determinare la conclusione dell’iter; con un aggravio annuale pagato dai cittadini signesi per il mantenimento dell’obbligo di servizio pubblico. È colui che aveva pianificato la concentrazione urbanistica di termovalorizzatore e nuova pista aeroportuale nella Piana fiorentina senza investire nella viabilità dell’area. Soprattutto, Enrico Rossi ha contribuito in modo determinante a far fallire prima la previsione della Bretella Stagno-Prato e poi quella della Bretellina Fi-Pi-Li Lastra a Signa – Indicatore. In quest’ultimo caso per favorire la compensazione paesaggistica e ambientale della nuova pista dell’Aeroporto Vespucci di Firenze”.

“Ed è proprio alla luce di questo dato – concludono i tre consiglieri – che si può leggere l’operazione Rossi: farsi garante dell’occupazione di territorio signese per compensare la nuova pista aeroportuale: supplire al consumo di suolo del Parco della Piana in zona Peretola con la sottrazione di suolo a Signa. Sulla base di un mitico “corridoio est” percorso, secondo i burocrati regionali, dagli uccelli acquatici proprio fino a Signa. Narrazione surreale ma dalle conseguenze concrete. La presenza di Rossi a Signa ha il valore simbolico non delle infrastrutture a servizio della città ma della cancellazione delle infrastrutture per utilizzare territorio per scopi lontani e strumentali. Manovra verticistica che si traduce in un chiuso monocolore Pd. E la relativa umiliazione politica delle liste civiche collegate alla candidatura dell’attuale sindaco. Che adesso si manifestano nella dimensione di propaggini variopinte del Pd; più metropolitano e regionale che signese. Una nuova fase che rimetta al centro la comunità signese, un soprassalto di dignità politica e istituzionale non è più rinviabile”.