UPS: “Emergenza sanitaria, a Signa consiglio comunale escluso da tutto”

SIGNA – Facendo seguito alla lettera aperta che la Lega ha inviato all’amministrazione comunale in materia di emergenza Coronavirus e di cui abbiamo parlato ieri, oggi è il gruppo consiliare di Uniti per Signa a tornare sull’argomento con un comunicato con cui esprime “piena condivisione: a Signa il consiglio comunale è escluso da tutto. E […]

SIGNA – Facendo seguito alla lettera aperta che la Lega ha inviato all’amministrazione comunale in materia di emergenza Coronavirus e di cui abbiamo parlato ieri, oggi è il gruppo consiliare di Uniti per Signa a tornare sull’argomento con un comunicato con cui esprime “piena condivisione: a Signa il consiglio comunale è escluso da tutto. E questo nonostante che, in tempi non sospetti, un mese fa, avessimo proposto un’Unità di responsabilità comunale per l’emergenza Coronavirus che coinvolgesse rappresentanti della giunta, del consiglio comunale, dei medici del territorio, di Pubblica Assistenza e di Misericordia”. “Disponibilità lasciata cadere – continua la nota – per una gestione chiusa e fortemente discutibile della crisi. Altresì, dal 25 febbraio, il consiglio comunale è stato escluso da tutto: anche dalle informazioni minime sulla situazione sanitaria signese e delle misure che si intendevano intraprendere per adeguarsi alle normative nazionali”.

“Con un approccio diverso – continua – ci saremmo confrontati in sede istituzionale sulle proposte fatte (sospensione rette Asilo nido, rimborso Scuolabus, rinvio e dilazionamento rette Tari, rinvio affitti comunali, sospensione in alcuni casi della Tosap, numero informativo) e sulle proposte da fare. Avremmo valutato se era preferibile chiudere i parchi come a Firenze, proibire “gratta e vinci-lotto-superenalotto” come a Prato o chiudere i cimiteri come a Signa. Sarebbe stato affrontato in modo dialettico il problema se fosse preferibile affidarsi a pagine “private” di social network o ad organi istituzionali per la “spesa generi alimentari a domicilio”. Probabilmente si sarebbe evitato il balletto politico-burocratico sul servizio “farmaci a domicilio” della farmacia comunale. Rimane il tema degli strumenti tecnologici per la comunicazione a distanza. Che anche piccoli Comuni, a differenza di Signa, ormai hanno implementato. E che non può essere accettato come l’ennesimo gap di arretratezza cristallizzato e non colmato del nostro Comune. Soprattutto nel pieno di una forzata svolta digitale che l’emergenza sanitaria ha imposto ai nostri stili di vita”.