UPS: “La corsa alla Taric certifica il fallimento delle politiche di bilancio del Comune di Signa”

SIGNA – Il gruppo consiliare di Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Monia Catalano e Gabriella Fontani, torna sulla questione della Taric. e lo fa partendo dal 30 luglio scorso quando, si legge in una nota, “in situazioni politicamente surreali, la giunta ha precipitato il consiglio comunale nell’approvazione della Taric […]

SIGNA – Il gruppo consiliare di Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Monia Catalano e Gabriella Fontani, torna sulla questione della Taric. e lo fa partendo dal 30 luglio scorso quando, si legge in una nota, “in situazioni politicamente surreali, la giunta ha precipitato il consiglio comunale nell’approvazione della Taric che sarà vigente a partire dal 1 gennaio 2026. Con due effetti certi: l’aumento della tariffa per cittadini, famiglie e imprese e il peggioramento del servizio. Ma allora perché si è accelerato nell’approvazione di tale misura senza aprire un confronto con la comunità amministrata e le forze sociali e politiche? I motivi sono essenzialmente due. In primo luogo, perché sindaco e giunte, dal 2019, rispondono solo ai vertici del Pd regionale e metropolitano e agli interessi delle loro articolazioni di potere e non ai cittadini elettori. In secondo luogo, perché le politiche di bilancio intraprese negli anni dall’amministrazione comunale hanno avuto esiti negativi”.

“Analizzando il secondo aspetto, invece, finora la Tari era inserita nel bilancio comunale. Si configurava come entrata e per pari importo come spesa. Se, per esempio, il piano economico finanziario approvato in sede di Ato Toscana Centro prevedeva 5 milioni per l’erogazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, il Comune iscriveva 5 milioni in entrata e 5 milioni in spesa per finanziare l’ente gestore (Alia). Da qui nasce il problema finanziario. Prendiamo l’ultimo rendiconto di bilancio approvato; quello 2024. Il Comune ha accertato in entrata 5.128.363 euro ma ne ha incassati solo 2.685.659. Cioè, ha registrato un non incassato di 2.442.704 euro pari al 48% di quanto accertato. La differenza fra quanto accertato e quanto incassato confluisce nei cosiddetti “residui attivi”: il totale dei residui attivi dovuti alla TARI ha raggiunto quasi quota 8.600.000 euro. Questi residui attivi alimentano un fondo di accantonamento detto “Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE)”. Questo fondo, in continuo aumento, nel rendiconto 2024 ha raggiunto la cifra di 16.087.005 euro”.

“Concretamente, – aggiungono – questo fondo rappresenta entrate accertate che difficilmente saranno incassate e per questo vengono accantonate. La conseguenza è che se parte delle entrate vengono accantonate (“congelate”) per finanziare le stesse spese servono ulteriori entrate. Le varie giunte comunali, da almeno dieci anni, hanno propagandato di aver approvato misure tese a diminuire tale fondo. Con un unico risultato: l’aumento esponenziale del Fcde. Fino alla resa finale. Vista l’incapacità della giunta comunale di trovare soluzioni di bilancio per diminuire l’impatto del fondo, si è scelto di eliminare la Tari dal bilancio stesso nascondendola sotto le mentite spoglie della Taric. Consegnando la riscossione e gestione finanziaria della tariffa ad Alia. Certo, dal 2026 il Comune di Signa non dovrà più fare i conti con un’entrata che non riusciva a incassare. Ma il consiglio comunale sarà del tutto escluso dalla valutazione di un aspetto amministrativo fondamentale per i cittadini, come il servizio integrato dei rifiuti e la tariffa relativa. E ancora una volta la comunità sarà lasciata sola dalla politica. Per la pavidità e l’incapacità di quest’ultima”.