UPS: “Le comunità energetiche? Un’opportunità “verde” che il Comune di Signa deve cogliere”

SIGNA – Guarda all’ambiente il gruppo consiliare Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella. E lo fa dopo che “nell’ambito del PNRR che l’Italia ha presentato alla Commissione europea, – spiegano in una nota – dalla prossima estate inizieranno ad arrivare i primi finanziamenti per […]

SIGNA – Guarda all’ambiente il gruppo consiliare Uniti per Signa, il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella. E lo fa dopo che “nell’ambito del PNRR che l’Italia ha presentato alla Commissione europea, – spiegano in una nota – dalla prossima estate inizieranno ad arrivare i primi finanziamenti per la ripresa e la riforma dell’economia nella fase di uscita dalla pandemia. Con una nuova centralità per la questione ambientale; non più declinata in termini di mera difesa dell’esistente ma come strumento e volano di rilancio economico sostenibile. In questo quadro è fondamentale l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in luogo di quelle da combustibili fossili. Da anni privati cittadini e imprese producono parte dell’energia necessaria ai propri consumi in modo autonomo e rinnovabile; con una serie di criticità dovute al carattere singolare e non sistemico degli interventi. L’introduzione delle Comunità energetiche apre uno scenario completamente nuovo”.

“Alla base di questa nuova modalità – spiegano – c’è una condivisione di energia rinnovabile e pulita senza scopo di lucro che prevede molteplici attività: produzione, consumo, immagazzinamento, cessione e distribuzione dell’energia. Con una nuova dimensione del ruolo del partecipante che da mero consumatore diventa produttore-consumatore. In particolare, in base al perimetro di condivisione, si delineano due configurazioni di associazioni di utilizzatori di energia elettrica: l’autoconsumo collettivo che può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio o, in una dimensione più ampia, le comunità energetiche alle quali possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, amministrazioni pubbliche comprese quelle comunali”.

Entrando nel merito della questione, “da un punto di vista normativo, l’autoconsumo e le Comunità energetiche sono definite dalla Direttiva UE 2018/2001 che dovrà essere recepita entro il 20 giugno. Parlamento, Governo e Autorità per l’energia hanno già resa disponibile un’infrastruttura normativa e regolatoria per poter compiutamente costituire le Comunità; con un’importante tariffa incentivante che può essere cumulata con gli sgravi fiscali da ecobonus e detrazioni per ristrutturazioni edilizie ed efficienza energetica. E se l’autoconsumo fra cittadini è una buona pratica da favorire, le Comunità energetiche, come detto, contribuiscono a cambiare il paradigma energetico. Soprattutto se fra i promotori c’è il Comune con la messa a disposizione di terreni, edifici, plessi pubblici da utilizzare per la produzione di energia da fonti rinnovabili; per esempio mediante pannelli fotovoltaici. L’energia pulita prodotta, combinata con le incentivazioni, determina una serie di vantaggi: crescita economica sostenibile, abbattimento delle emissioni inquinanti, riduzione degli impatti ambientali e sanitari. Ma soprattutto consegue una forte riduzione dei costi in bolletta con la relativa mitigazione del problema della “povertà energetica” (basso reddito – elevata spesa e scarsa efficienza energetica) che affligge in primo luogo le famiglie in difficoltà economiche. D’altronde il Comune può, con queste aggregazioni, consentire l’accesso agevolato e diretto all’energia a cittadini indigenti in sostituzione del dispersivo strumento dei sussidi; abbattere gli ingenti costi delle utenze elettriche comunali con energia autoprodotta, verde e conveniente; valorizzare e riqualificare aree ed edifici pubblici altrimenti dimenticati. Inoltre, il carattere eminentemente “no profit” delle Comunità energetiche a dimensione comunale si presta al coinvolgimento e alla gestione da parte dell’associazionismo e del terzo settore; configurando un sostegno indiretto in una contingenza costellata da forti criticità”.

“Un’opportunità, quindi, da cogliere e pianificare da subito: – concludono – alla vigilia e in coerenza con l’inizio di una stagione di sviluppo e di incentivi economici centrati sulla dimensione ambientale. In questa direzione abbiamo proposto, con una mozione discussa nel consiglio comunale di lunedì 17 maggio, di promuovere sul territorio comunale, con il coinvolgimento di cittadini residenti e l’impiego di aree ed edifici di proprietà comunale, la creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo; dando priorità a configurazioni funzionali alla determinazione di benefici diretti, con la riduzione dei costi in bolletta, per i nuclei familiari in difficoltà economica, sociale e a rischio di cadere nella condizione di “povertà energetica”; assicurare, anche attraverso forme organizzative e di comunicazione dedicate, ai cittadini le informazioni necessarie per favorire la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo”.

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