UPS: “Manufatti dell’ex edicola dei Capitelloni: il Comune acquisisce un costo a carico della collettività”

SIGNA – “Nel Piano del commercio su aree pubbliche approvato nel 2016, erano quattro le edicole sul territorio comunale: zona Indicatore – Colli Alti, zona piazza della Repubblica, zona Capitelloni in via Beata Giovanna e zona del Crocifisso in via Guido Rossa. A distanza di pochi anni, purtroppo, solo l’edicola di piazza della Repubblica continua […]

SIGNA – “Nel Piano del commercio su aree pubbliche approvato nel 2016, erano quattro le edicole sul territorio comunale: zona Indicatore – Colli Alti, zona piazza della Repubblica, zona Capitelloni in via Beata Giovanna e zona del Crocifisso in via Guido Rossa. A distanza di pochi anni, purtroppo, solo l’edicola di piazza della Repubblica continua a essere aperta. Oltre, allargando il cerchio anche alle aree private, a quella di San Mauro”. Parte da questa considerazione, che il gruppo consiliare di Uniti per Signa definisce “amara”, la presa di posizione dei tre consiglieri, del capo gruppo Gianni Vinattieri insieme a Matteo Mannelli e Chiara Di Bella in merito proprio a una delle edicole chiuse.

“Ci riferiamo – dicono in una nota – a quella dei Capitelloni in via Beata Giovanna. Un’occupazione di suolo pubblico autorizzata addirittura dal 1976 e passata attraverso varie concessioni. Fino alla sospensione dell’attività nel 2017 a seguito del controllo di regolarità contabile della gestione. Tradotta in decadenza del titolo abilitativo nel 2018 previa verifica della non avvenuta regolarizzazione. Ora, all’atto della decadenza delle attività commerciali su suolo pubblico, l’ex gestore è tenuto a rimuovere, a proprie spese, il manufatto utilizzato per il loro esercizio. Eppure, quello dell’edicola dei Capitelloni, in balìa della consunzione, è sempre presente”.

“Sempre nel 2018, – aggiungono – ad attività chiusa, l’edicolante ha proposto all’amministrazione comunale di acquisire il chiosco al patrimonio dell’ente a titolo gratuito: un dono che dispensa dalle spese di smaltimento. E che la giunta comunale ha ritenuto di accettare con atto d’indirizzo del medesimo anno. Con il risultato che a tutt’oggi il manufatto occupa un’area pubblica inutilizzato; trasmettendo una percezione di abbandono e decadenza che incide negativamente sul livello complessivo del decoro urbano. Inoltre, il chiosco è diventato ricettacolo di rifiuti e di deiezioni animali. Mentre lo spazio pubblico dovrebbe essere liberato e valorizzato”.

“Durante il consiglio comunale del 22 marzo scorso, – concludono – Uniti Per Signa ha presentato un’interrogazione sull’area pubblica e sul chiosco in questione. A cui l’assessore competente ha risposto che l’amministrazione comunale intende procede all’acquisizione del bene e alla messa a bando un’attività la cui tipologia dovrà essere giusta per la zona. Ma quale attività giusta per la zona può necessitare di un manufatto d’edicola da anni ostaggio di un’inesorabile consunzione? L’epilogo, scritto da tempo, è scontato. Il Comune di Signa, che dovrà smaltire il chiosco, ha acquisito un costo. A carico della collettività”.