UPS: “Nuovo balzello per i signesi: pagheranno due volte le opere di messa in sicurezza idraulica”

SIGNA – “I signesi pagheranno due volte le opere di messa in sicurezza idraulica del territorio”: è l’affondo di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, che partono da una considerazione politica, ovvero “quasi come se questa fosse un’opportunità fornita dall’amministrazione comunale mentre in realtà […]

SIGNA – “I signesi pagheranno due volte le opere di messa in sicurezza idraulica del territorio”: è l’affondo di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri e dei consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella, che partono da una considerazione politica, ovvero “quasi come se questa fosse un’opportunità fornita dall’amministrazione comunale mentre in realtà gli ultimi giorni del 2020 hanno portato alla monetizzazione delle opere idrauliche negli interventi edilizi e urbanistici”.

“Il territorio signese – aggiungono – è caratterizzato da una diffusa pericolosità idraulica e il Comune di Signa ha pensato di introdurre l’istituto della monetizzazione per opere idrauliche da realizzare a carico del privato con la finalità di messa in sicurezza idraulica in relazione a interventi edilizi e urbanistici. In sostanza, per determinati interventi soggetti a permesso a costruire, sanatoria o Scia, nel caso di accertata impossibilità di reperire, tutte o in parte, le aree e gli spazi necessari a garantire la sicurezza idraulica, per mancanza o insufficienza di aree libere o accessibili, aree inidonee per dislocazione e dimensioni, i cittadini potranno non realizzare direttamente le opere idrauliche monetizzandole; cioè pagando una determinata cifra al Comune ed utilizzando infrastrutture già realizzate dall’ente. Presupposto fondamentale, quindi, è che l’amministrazione comunale abbia già realizzato le opere idrauliche per le quali i cittadini interessati dovranno pagare una cifra all’ente pubblico”.

Entrando nel dettaglio della questione, “è qui – dicono i tre consiglieri in una nota – che il discorso diventa “scivoloso”. Visto che l’opera idraulica per essere monetizzata deve esistere, il Comune necessariamente deve approntare e realizzare un Piano organico di messa in sicurezza idraulica del territorio. A tale scopo utilizzerà fondi comunali, regionali e nazionali. Fondi comunque pubblici scaturiti da contributi dei cittadini. Ora, supponiamo che per un cittadino, per esempio nell’ambito di un permesso a costruire, venga stabilita la necessità di una determinata opera idraulica: se questa opera già esiste potrà “monetizzarla” al Comune. Cioè, dovrà pagare un balzello all’ente. O meglio, ripagare un balzello al Comune; perché quell’opera non è stata realizzata con finanziamenti caduti dal cielo come manna nel deserto ma proprio con i danari suoi e di altri contribuenti”.

“Va da sé – concludono – che la messa in sicurezza idraulica del territorio dovrebbe essere un obiettivo primario di ogni amministrazione. A prescindere dalle richieste particolari e al servizio dell’intera comunità. E allora è evidente che con la trovata della “monetizzazione” il Comune di Signa può, per esempio, realizzare opere con finanziamenti sovracomunali, ma sempre e comunque provenienti dai tributi pagati dai cittadini, e farsele ripagare con le monetizzazioni dei privati. Aporia logica ma ottima soluzione per fare cassa. Con un nuovo balzello che si va ad aggiungere ai pagamenti per i permessi a costruire e gli oneri di urbanizzazione. Un balzello che potrà portare nuova linfa ai sempre più esangui introiti da oneri ma determinare, per contrappasso, nuove difficoltà allo sviluppo dell’attività edilizia: già intrappolata in pastoie burocratiche e strumenti urbanistici scaduti. La norma approvata a maggioranza nel consiglio comunale del 21 dicembre scorso ha visto, ovviamente, il nostro voto contrario. Adesso l’obiettivo è cercare di eliminarla dai futuri Piano operativo e Regolamento edilizio”.