UPS: “Sbagliato fare cassa sull’immobile della scuola degli Arrighi in una fase di emergenza sociale, abitativa, economica e sanitaria”

SIGNA – Le alienazioni del Comune di Signa. Il gruppo consiliare di Uniti per Signa punta la propria attenzione su questo argomento: “I piani delle alienazioni del Comune di Signa, – dicono in una nota il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella – come caleidoscopi impazziti, trasmettono variazioni […]

SIGNA – Le alienazioni del Comune di Signa. Il gruppo consiliare di Uniti per Signa punta la propria attenzione su questo argomento: “I piani delle alienazioni del Comune di Signa, – dicono in una nota il capo gruppo Gianni Vinattieri e i consiglieri Matteo Mannelli e Chiara Di Bella – come caleidoscopi impazziti, trasmettono variazioni tanto improvvise ed estemporanee quanto lente a tradursi in atti cogenti. Spesso molto rumore per nulla. Quasi sempre un procedere per contingenze senza una meta nitida”.

“Nel Piano 2020-2021, dopo anni di reiterazioni, – aggiungono i tre consiglieri di UPS – è venuto a mancare l’immobile dell’ex ambulatorio di Lecore in via Cecco Santi: operazione di alienazione conclusa con qualche euro in più in cassa e, soprattutto, con un acuito processo di disinteresse e abbandono delle frazioni da parte dell’amministrazione comunale. Nel frammentato territorio urbanizzato signese, invece di consolidare e intensificare i presidi se ne vendono le spoglie. Un inconsapevole procedere “signacentrico” che prosciuga lo spazio pubblico diffuso e nega le reti di interconnessione zonali. Le premesse del nuovo Piano strutturale e del nuovo Piano operativo disattese prima di essere formalizzate”.

“Nel Piano 2021-2023 le novità sono due: un immobile in meno e uno in più nel patrimonio disponibile del Comune di Signa. Esce Palazzo Ferroni: dal 2016 inserito nel patrimonio da alienare per la mirabolante cifra di un milione di euro ma senza la modifica della destinazione urbanistica e il superamento della tutela della Soprintendenza. Quindi, di fatto, bene non vendibile. Ma in continuo e progressivo stato di degrado: la struttura abbandonata a sé stessa da anni, oltre al suo deterioramento edilizio sta determinando conseguenze ricadenti sui cittadini residenti nelle abitazioni ad essa contigue per la presenza di escrementi di animali, roditori, piccioni, insetti e liquami. Questione sollevata dal nostro gruppo nel consiglio comunale del mese di luglio del 2020. Senza ottenere dalla giunta comunale alcun chiarimento su eventuali piani di recupero e di nuova destinazione. Vaghe enunciazioni; che non segnano per il primo Palazzo comunale un destino diverso dall’oblio e dalla decadenza”.

“Entra, invece, fra i beni immobili da dismettere quello che ha ospitato la scuola dell’infanzia (ex materna) degli Arrighi; trasferita nei locali dell’ex asilo “Il Trenino” nell’attuale anno scolastico. Edificio che dovrà essere soggetto al cambio di destinazione d’uso e urbanistica da “attrezzature scolastiche” a quella di “civile abitazione”. Per una valutazione che si presuppone di 290.000 euro. Altra struttura comunale sacrificata sull’altare di nuova cassa. In una fase, però, che dovrebbe sconsigliarlo. Con una permanente difficoltà dell’amministrazione comunale nel fronteggiare la piaga sociale degli sfratti per palese mancanza di risorse abitative su cui si è innestata l’emergenza sanitaria con le sue conseguenze sulle fasce più deboli della comunità signese. Ancora una volta emerge lo iato fra i problemi reali delle persone e delle famiglie e la rigidità asettica, distante, delle decisioni politiche della giunta comunale. Come affette da una incapacità di leggere i fenomeni in atto. O di leggerli con ritardo annoso”.

“Il Comune di Signa – concludono – ha carenza di edilizia residenziale pubblica, senza progetti di nuovi investimenti. Il degrado delle poche case popolari sul territorio è sempre più avanzato. I bandi pubblici per la loro assegnazione evidenziano sistematicamente la sperequazione fra richieste e disponibilità. All’emergenza sfratti si risponde appellandosi alla buona volontà dei privati senza mettere in campo vere iniziative politiche. La perdurante emergenza sanitaria renderà ancor più drammatico il problema abitativo. In questo quadro il Comune non può permettersi di disfarsi delle strutture pubbliche a disposizione. Un cambio di rotta rispetto a quanto deliberato a dicembre è necessario”.