Ups “torna” sul regolamento per la tutela degli animali: “L’ultimo è del 2007, a giunta e maggioranza va bene così”

SIGNA – Negli ultimi anni il rapporto fra persone ed animali ha conquistato una nuova e diversa centralità. Sono mutati i comportamenti, le relazioni, i diritti e le tutele nei confronti del complesso mondo degli animali con cui condividiamo percorsi di vita ed esperienze. Ne sono seguiti anche approcci e problemi che toccano non solo […]

SIGNA – Negli ultimi anni il rapporto fra persone ed animali ha conquistato una nuova e diversa centralità. Sono mutati i comportamenti, le relazioni, i diritti e le tutele nei confronti del complesso mondo degli animali con cui condividiamo percorsi di vita ed esperienze. Ne sono seguiti anche approcci e problemi che toccano non solo i singoli cittadini ma il contesto sociale e, quindi, le istituzioni. Come gestire, curare cani e gatti liberi sul territorio comunale? Come regolare e tutelare il benessere degli animali a Signa? Come disinnescare abbandoni e ricadute sociali di situazioni non controllate? Quale sensibilità avere verso antiche e nuove forme di esibizione e spettacolo di animali?

Tanti temi e questioni da affrontare: “A Signa – si legge in una nota di Uniti per Signa, del capo gruppo Gianni Vinattieri insieme a Matteo Mannelli e Chiara Di Bella – tutto rimane immutabile, fissato a un “Regolamento comunale per il benessere degli animali e per una migliore convivenza con l’uomo” datato 2007: ormai anacronistico, superato, non strumento di semplificazione di una realtà che non interpreta più, ma causa di ulteriori problemi. Regolamento che negli anni passati più volte è stato chiamato in causa per la sua inadeguatezza nel dare risposte celeri e precisi ai problemi degli animali: dalla ormai annosa questione delle colonie feline, al dibattito circo no – circo sì, a cui, però, Uniti Per Signa non ha partecipato, alla regolazione dei diritti e della tutela delle varie specie animali”.

Il vigente regolamento “è superato – continuano – dalla legge regionale numero 59 del 2009 entrata in vigore con l’approvazione del regolamento attuativo nel 2011. Ha regole e sensibilità anacronistiche su molti aspetti della convivenza con gli animali, come per esempio il non recepimento delle nuove normative sulla detenzione dei cani alla catena. È superficiale e non esaustivo. Ignora specie animali sempre più in contatto con l’uomo: fauna selvatica, piccioni, nutrie, animali acquatici, conigli da compagnia, roditori domestici, furetti, equidi. Per questo, nel consiglio comunale dell’8 giugno, abbiamo presentato una mozione per “Impegnare il sindaco e la giunta ad attivare i procedimenti amministrativi atti ad elaborare ed approvare, di concerto con l’organo consiliare, un nuovo Regolamento comunale per il benessere degli animali”.

“Proposta – continuano – ovviamente respinta. Con motivazioni insostenibili: non serve un nuovo regolamento perché è stata fatta una convenzione con un’associazione per la gestione delle colonie feline; dove il regolamento è carente c’è la legge regionale che supplisce; in questo momento ci sono altre cose da fare. Non comprendendo che il benessere degli animali non si esaurisce nelle colonie feline (questione, fra l’altro, ancora tutta da risolvere); che la legge regionale è la cornice in cui si incastonano i regolamenti comunali con le specificità del contesto e che è quasi offensivo considerare l’amministrazione comunale (cento dipendenti, sette settori, cinque assessori, un sindaco, un presidente del Consiglio comunale) incapace di costruire un nuovo regolamento e al contempo continuare nell’ordinaria attività amministrativa”.

“E se ai voti contrari della maggioranza siamo ormai abituati, dispiace vedere ancora una volta trattate con indifferenza e superficialità le istanze e le richieste di tanti volontari e associazioni che dedicano, donano, da sempre il loro tempo, le loro energie e i loro contributi economici alla cura degli animali del territorio signese. Svolgendo un ruolo di supplenza rispetto a funzioni che dovrebbero essere prerogativa dell’ente locale. E che, inoltre, nell’ente locale non solo non trovano aiuto ma addirittura ostacoli”.