USB Firenze e Fiom-Cgil: “Ex Gkn, la vertenza brancola nel buio, ma i lavoratori vogliono chiarezza sul loro futuro”

CAMPI BISENZIO – Il 2022, loro malgrado, si conclude così come era iniziato per i lavoratori della ex Gkn, ovvero senza alcuna certezza per quello che riguarda il loro futuro. Tutte problematiche evidenziate nuovamente questa mattina in occasione del tavolo, in remoto, che ha visto come “interlocutore” principale il Ministero del lavoro. Tavolo che riguardava […]

CAMPI BISENZIO – Il 2022, loro malgrado, si conclude così come era iniziato per i lavoratori della ex Gkn, ovvero senza alcuna certezza per quello che riguarda il loro futuro. Tutte problematiche evidenziate nuovamente questa mattina in occasione del tavolo, in remoto, che ha visto come “interlocutore” principale il Ministero del lavoro. Tavolo che riguardava l’esame congiunto per la richiesta di CIG straordinaria prevista dalla normativa sugli ammortizzatori sociali. “Un incontro – dicono Sasha Colautti – USB Nazionale Lavoro Privato, Simone Selmi – USB Toscana, e Mario Carluccio – USB Firenze – da cui appare evidente come questa vertenza si stia avviluppando su se stessa e dove l’azienda Qf non riesce a fornire le garanzie industriali necessarie a formalizzare un accordo sugli ammortizzatori sociali, che oggi non vengono nemmeno più anticipati ai lavoratori dall’azienda. Da parte nostra abbiamo posto con forza la necessità di avere la massima chiarezza sul percorso in atto, che sembra non avere oggi più alcuna direzione: Francesco Borgomeo sembra essere in balia degli eventi, continua a rivendicare l’agibilità dello stabilimento senza però offrire elementi di sostanza per far avanzare la discussione, si dice pronto a condividere anche il progetto di “condominio industriale” basandosi evidentemente su quanto pervenutogli dalla discussione del comitato di proposta e verifica che a sua volta ha presentato – con il riscontro positivo della Regione Toscana – una serie di indicazioni su possibili percorsi di re-industrializzazione attraverso lo strumento del consorzio industriale. Qf al tavolo odierno ha dichiarato di essere orientata a garantire uno spazio a questa discussione, anche perché intravede in questo, una possibilità di accedere all’ammortizzatore sociale richiesto. Presente anche il Ministero delle imprese e del Made in Italy che, dichiarando che a oggi l’unico progetto industriale concreto è quello di Borgomeo, rimette nelle mani dell’imprenditore l’onere di indicare a un prossimo tavolo elementi concreti che possono dare gambe anche a un intervento di Invitalia attraverso il suo fondo di salvaguardia”.

“L’incontro di oggi convocato dal Ministero dal Lavoro non ha portato nessuna novità alla soluzione della complicata vertenza, – dice Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil nazionale – Qf continua a ribadire che lo stallo del processo di reindustrializzazione è dovuto alla mancanza di agibilità dello stabilimento, nonostante sia stata smentita dalle visite dei tecnici della Regione, e a chiedere la copertura retroattiva della cassa integrazione. Nei vari incontri tenuti al Mise tutte le parti hanno preso atto che il progetto presentato da Qf è di fatto impraticabile per responsabilità aziendale. Oggi avremmo voluto discutere del futuro industriale dello stabilimento e del pagamento dei salari dei lavoratori, ragione per la quale la Fiom non ha firmato il verbale di una procedura contestata nei modi e nei contenuti. È necessario che il confronto venga riportato al Mimit con la presenza della Regione Toscana e del Comune di Firenze, che hanno avviato attività di ricerca di nuovi soggetti industriali e di verifica dei progetti presentati al Comitato di proposta e verifica lo scorso 20 dicembre. Inoltre continua ad aleggiare sulla vertenza un possibile ruolo di una società pubblica, rispetto al quale a oggi non ci sono state comunicazioni formali e chiediamo venga fatta chiarezza. L’accordo quadro sottoscritto al Mise il 19 gennaio, non rispettato da Qf, è l’elemento di garanzia da cui ripartire, ma vanno rimossi gli atteggiamenti messi in campo dall’azienda per drammatizzare la situazione, a partire dal mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori.”