Vaccini Covid, per Fratelli d’Italia “siamo in ritardo, manca ancora il piano regionale”

FIRENZE – “Siamo contenti che il presidente Giani si compiaccia perché la Toscana sarebbe la Regione meglio organizzata per la campagna di vaccinazione al Covid. Ma saremmo ancora più contenti se la nostra Regione avesse, già a disposizione, un vero piano vaccinale. La Toscana, come tutta l’Italia, è in ritardo di almeno un mese e […]

FIRENZE – “Siamo contenti che il presidente Giani si compiaccia perché la Toscana sarebbe la Regione meglio organizzata per la campagna di vaccinazione al Covid. Ma saremmo ancora più contenti se la nostra Regione avesse, già a disposizione, un vero piano vaccinale. La Toscana, come tutta l’Italia, è in ritardo di almeno un mese e mezzo sull’organizzazione della campagna vaccinale. In Germania, da tempo, ogni cittadino sa dove e a che ora potrà vaccinarsi; qui si naviga ancora a vista ma Giani e Bezzini non perdono occasione di autocompiacersi”. E’ quanto dichiarato da Francesco Torselli, capo gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano, e da Diego Petrucci (foto in basso), consigliere regionale FdI e componente della Commissione sanità.

“Soltanto la prossima settimana, durante la discussione del bilancio regionale, sarà portato in Aula il piano vaccinale regionale. Non comprendiamo in base a quali presupposti Giani possa definire l’organizzazione toscana come la migliore d’Italia. Inoltre – aggiungono – già da tempo sapevamo che il vaccino sarebbe stato pronto a fine anno, però, la macchina organizzativa non sarà mai messa a punto nel giro di pochi giorni. Il vaccino Pfizer può essere tenuto a temperatura ambiente per un massimo di sei ore: è fondamentale creare una programmazione efficiente in modo da non perdere dosi preziose di vaccino e milioni di euro”.

“Apprendiamo – conclude Petrucci – che i tecnici radiologi sono stati esclusi dalla prima tornata vaccinale. Sarà nostra premura chiedere a Giani e Bezzini il motivo di tale esclusione oppure se si è trattato solo di una svista. I radiologi che operano nei percorsi Covid sono a rischio al pari degli altri lavoratori sanitari, essendo quotidianamente in contatto con affetti da Coronavirus”.