Verso le elezioni. Daniele Brunori (Centrodestra) “Sono un sestese doc che ha avuto la fortuna di vivere all’estero”

SESTO FIORENTINO – Mancano pochi giorni alle elezioni amministrative e in queste ultime ore quasi tutte le liste a sostegno dei candidati sindaco chiudono la campagna elettorale. Piananotizie segurià i risultati elettorali con Sesto Tv lunedì prossimo, ma intanto vogliamo conoscere più da vicino i candidati sindaco. Sono sette e a ciascuno di loro abbiamo […]

SESTO FIORENTINO – Mancano pochi giorni alle elezioni amministrative e in queste ultime ore quasi tutte le liste a sostegno dei candidati sindaco chiudono la campagna elettorale. Piananotizie segurià i risultati elettorali con Sesto Tv lunedì prossimo, ma intanto vogliamo conoscere più da vicino i candidati sindaco. Sono sette e a ciascuno di loro abbiamo rivolto due domande. 

Daniele Brunori è candidato sindaco del Centrodestra che comprende le liste Lega, Popolari Toscani per Sesto, Forza Italia e Fratelli d’Italia

  1. Perchè i sestesi dovrebbero votare per lei?
  2. Quali sono i punti principali del suo programma?

I sestesi dovrebbero votarmi perché sono uno di loro. Sono un piccolo imprenditore, figlio del territorio. A Sesto l’85% della forza lavoro è impiegata in Pmi, c’è bisogno di una persona che conosca la materia. Sono un sestese innamorato della propria città, come del resto lo sono tutti i membri della mia squadra: “SiAmo Sesto” è il nostro motto.  Sono un sestese doc che però ha avuto la fortuna di vivere all’estero (6 anni in Cina per lavoro) e confrontarmi con realtà diverse con cui leggere il proprio territorio con punti di vista nuovi e originali.

Questa città è immobile, è depressa. C’è un forte bisogno di un cambiamento, di un’alternativa, ha bisogno di risolvere tanti problemi che di certo non possono essere risolti da chi li ha causati. Non si può pensae che la sinistra che ha governato per 76 anni e ha portato a questo evidente declino possa essere la forza che inverta la tendenza. In più è una sinistra incoerente (5 anni fa “mai col Pd” era il refrain di Falchi) ed inaffidabile: la coalizione è litigiosa, chi conosce la politica locale lo sa, c’è il concreto rischio di un nuovo commissariamento, che avrebbe conseguenze devastanti per la città. L’unica forza affidabile e credibile è il centro-destra che presenta per la prima volta quattro liste, che ha portato per la prima volta un leader nazionale a Sesto e che è pronto a governare. Ci accusano di non avere esperienza: in realtà abbiamo grandi competenze e, finalmente, potremo scegliere giunta e nomine secondo un criterio che la sinistra ha dimenticato: il merito.

Il nostro è un programma che ha visione, coraggio e ambizione. E’ un programma che bada alla concretezza: 10 argomenti, 10 idee per argomento; 100 proposte per Sesto.

Tra le più innovative c’è Sesto Shop: occorre dare una svolta alla città, usando la tecnologia. Il progresso va sfruttato, non temuto o combattuto. E’ stato perso troppo tempo prezioso, quando si parla di progresso tecnologico il tempo è una variabile fondamentale. Occore mettere subito in campo le risorse per procedere ad implementare l’applicazione Sesto Shop per permettere ai commercianti sestesi di tornare competitivi con effetti benefici per il Centro e tutta la città.

E poi il progetto degli “Uffizi tra le Porcellane”, un progetto che ha come ratio un reciproco scambio con e che porterebbe almeno 100.000 turisti l’anno a Sesto Fiorentino, un volano che permetterebbe uno sviluppo economico, turistico e culturale dell’intera città. Sfruttando l’idea degli “Uffizi Diffusi” metteremmo opere adesso non esposte degli Uffizi nelle ali vuote della vecchia villa Ginori e ci accoppieremmo il museo delle porcellane della Ginori che nella location attuale è destinato a fallire di nuovo. Al posto del vecchio museo una “Scuola dei Mestieri”, che insegni ai ragazzi i “saperi” del territorio.

E poi un focus sul lavoro, non si può pensare che il lavoro sia creato dai tribunali, sono gli imprenditori a farlo, devono essere in grado di farlo: non è pensabile che un imprenditore come Zago (proprietario del Cartonificio Fiorentino) non sia messo nelle condizioni di espandere la propria attività e che sia costretto ad andare ad Altopascio. Questa è un’attenzione che non dobbiamo a Zago ma alle famiglie dei lavoratori dell’azienda. Per questo andrò nei prossimi giorni ad incontrarlo. Con gli imprenditori bisogna parlare, certo se nel 2021 nello schieramento di Falchi li si definiscono ancora “padroni” non mi stupisco che poi non vogliano venire a Sesto a investire.