Vertenza ex Gkn: una delegazione di operai in visita all’ospedale occupato di Cariati, durante la tappa calabrese dell'”Insorgiamo tour”

CAMPI BISENZIO – Dopo l’evento pubblico a Cosenza, a cui hanno partecipato centinaia di persone e decine di realtà della società civile calabrese, l’”Insorgiamo tour” chiude la propria tappa in Calabria davanti all’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati, oltre dodicimila metri quadrati occupati dal 19 novembre 2020 dal collettivo “Le Lampare” che ha deciso di reagire […]

CAMPI BISENZIO – Dopo l’evento pubblico a Cosenza, a cui hanno partecipato centinaia di persone e decine di realtà della società civile calabrese, l'”Insorgiamo tour” chiude la propria tappa in Calabria davanti all’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati, oltre dodicimila metri quadrati occupati dal 19 novembre 2020 dal collettivo “Le Lampare” che ha deciso di reagire ai tagli indiscriminati ai servizi nella loro regione occupando, prima volta nella storia d’Italia, il nosocomio dismesso.

Cariati, infatti, nonostante fosse attivo in bilancio, è stato uno tra i presidi medici chiusi e abbandonati dopo le politiche regionali di taglio dei servizi sanitari e scolastici circa 12 anni fa, quando in una sola notte furono chiusi 18 ospedali, inizio di un effetti domino che negli anni, di fatto, ha distrutto il diritto alla salute in Calabria. Per Mimmo Fornaro, del collettivo Le Lampare di Cariati (movimento storico calabrese con 13 anni di vita) la situazione contro cui lottano è difficoltosa: “La qualità del servizio sanitario si misura normalmente in tre aree: prevenzione, medicina del territorio e rete ospedaliera. Di queste la Calabria è carente in tutte e tre, in modo specifico il numero di posti letto e la rete dell’emergenza urgenza sono di fatto inesistenti: da Policoro a Crotone (oltre 170 chilometri) c’è solo il pronto soccorso di Rossano. I posti letto che hanno una media nazionale di 3.7 per mille abitanti, in Calabria sono vicini all’1.6/1.7 che in certe zone si avvicina ad 1 per mille abitanti”.

“In 12 anni il resto è stato tagliato lentamente, da un anno e mezzo grazie all’occupazione, – continua Fornaro – siamo riusciti ad attivare servizi in questa struttura: per esempio siamo riusciti a far assumere tre OSS in più della Rsa, attivando ulteriori dieci posti perché mancava il personale. In questa struttura ci sono servizi, ma sono molto pochi: una piccola Rsa, un punto di primo intervento, un reparto di dialisi di otto posti e degli ambulatori che rischiano di venire chiusi nel momento in cui il medico va in pensione. A oggi la nostra lotta è riuscita ad ottenere l’assicurazione della Regione che l’ospedale riaprirà, che il reparto Covid, ora funzionante, potrà essere riconvertito a reparto di medicina generale, e che potrà riaprire il pronto soccorso con assunzione del personale e piano di investimenti straordinario. E’ solo un primo passo, perché c’è ancora molto da fare, e l’unica strada è legare le vertenze e legare le esperienze, come abbiamo fatto oggi con la delegazione degli operai Gkn”.

Per Dario Salvetti, delegato Rsu ex Gkn, “in questa tappa calabrese dell'”Insorgiamo tour” abbiamo incontrato una rete viva di movimenti e vertenze, che è riuscita ad andare oltre ai confini regionali al punto che persino Roger Waters dei Pink Floyd ha preso posizione a difesa dell’ospedale occupato. Cariati è un simbolo, perché la storia di uomini e di donne, una comunità che ha deciso di difendere i propri diritti convergendo e mobilitando il territorio, esattamente come è successo a Campi Bisenzio con la nostra vertenza”. Intanto l'”Insorgiamo tour” continua in giro per l’Italia, decine di eventi e iniziative in vista della mobilitazione nazionale del 26 marzo prossimo a Firenze.