Viaggio della Memoria. Auschwitz-2-Birkenau: un’immensità che fa paura

SESTO FIORENTINO – Prosegue il Viaggio della Memoria per i “ragazzi del Calamandrei” accompagnati dalla loro insegnante Angela Frati. Ecco un’altra pagina del loro diario corredato di alcune foto. “Oggi dopo l’arrivo a Oświęcim ci siamo diretti verso il numero del nostro autobus e siamo poi arrivati a Auschwitz-2-Birkenau. Una volta entrati, ciò che ci […]

SESTO FIORENTINO – Prosegue il Viaggio della Memoria per i “ragazzi del Calamandrei” accompagnati dalla loro insegnante Angela Frati. Ecco un’altra pagina del loro diario corredato di alcune foto.

“Oggi dopo l’arrivo a Oświęcim ci siamo diretti verso il numero del nostro autobus e siamo poi arrivati a Auschwitz-2-Birkenau. Una volta entrati, ciò che ci ha più colpito è stata l’immensità del campo, un’immensità che fa paura. Nonostante fossimo ben coperti il freddo era opprimente, difficile da sopportare: abbiamo riflettuto ancora di più sulle disumane condizione dei deportati. La nostra guida ci ha mostrato le varie baracche nelle quali si trovavano le latrine e le “dimore” femminili. Una delle numerose strutture destinate alle donne era il “blocco 25”, detto anche “blocco della morte”, in cui le donne ormai stremata attendevano il loro destino.
Dopo ci siamo posizionati nel punto preciso in cui venivano effettuate le selezioni, abbiamo percorso il sentiero della morte destinato a circa l’80% dei deportati di ciascun convoglio arrivato al campo: era il sentiero che portava alle camere a gas. Queste, dietro l’apparenza di normali docce, hanno portato allo sterminio di milioni di deportati. Successivamente abbiamo partecipato ad un corteo per ricordare tutti coloro che hanno sofferto le atrocità naziste in questo campo: ognuno di noi ragazzi recitava il nome di un deportato italiano e la sua età. Rilevante è stata la scoperta dei pochissimi sopravvissuti a tutto ciò. Le preghiere finali ci hanno coinvolto molto: dobbiamo soprattutto ricordare che “comprendere è impossibile, conoscere è necessario” perché “è avvenuto, quindi puó accadere di nuovo”, come ci insegna Primo Levi. Alle ore 16 finalmente una zuppa calda ci ha ristorato e siamo potuti arrivare in albergo. A domani!”.

I ragazzi del Calamandrei

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