Vinattieri (FI): “Bilancio, le politiche del governo ricadono sui signesi…”

SIGNA – Da un lato il governo che taglia i trasferimenti ai Comuni “chiedendo loro di predisporre bilanci di previsione senza punti di riferimento”. Dall’altro “la riduzione della spesa corrente delle Province e delle Città metropolitane ha avuto l’effetto di indurre questi enti a finanziarsi aumentando i tributi sui cittadini”. Nel mezzo i Comuni, fra […]

SIGNA – Da un lato il governo che taglia i trasferimenti ai Comuni “chiedendo loro di predisporre bilanci di previsione senza punti di riferimento”. Dall’altro “la riduzione della spesa corrente delle Province e delle Città metropolitane ha avuto l’effetto di indurre questi enti a finanziarsi aumentando i tributi sui cittadini”. Nel mezzo i Comuni, fra cui quello di Signa, “con la vergognosa vicenda della tassa provinciale sui rifiuti Tefa aumentata dal 4% al 5% della tariffa Tari”.

Non hanno bisogno di molte spiegazioni le parole di Gianni Vinattieri, capo gruppo Forza Italia/Rinasce Signa, in seguito all’approvazione del bilancio di previsione 2016, “un bilancio difficile, asfittico – continua Vinattieri – e sul quale pesa in modo determinante la responsabilità politica del Pd e delle politiche del governo”.

Entrando poi nel dettaglio, “consideriamo – dice Vinattieri –  anche i provvedimenti della Legge di stabilità 2016 che avrebbero dovuto diminuire la pressione fiscale: gli sgravi fiscali sull’Imu dei comodati, sui cosiddetti “imbullonati” e sui terreni agricoli. Ebbene, i vincoli imposti sono tali, non solo da non diminuire la previsione degli introiti Imu ma addirittura da aumentarli. Infatti si prevede di  passare da uno stanziamento Imu del 2015 di 2.760.000 euro ai 2.850.000 euro del 2016, con 90.000 euro in più ed effetti nulli dei presunti sgravi,  maggiore pressione fiscale e minori investimenti sui servizi”.

E ancora: “La legge di stabilità 2016 prevede l’impossibilità per i Comuni di aumentare le aliquote fiscali tranne la Tari. Due considerazioni. La prima: il Comune di Signa ormai da anni ha aliquote Imu, Tasi, addizionale Irpef, Tosap a livelli altissimi per cui il blocco degli aumenti non incide sul bilancio di previsione. La seconda: la Legge di stabilità non pone limiti all’aumento della Tari che da anni è il vero elemento critico del bilancio del Comune di Signa”. “Come avevamo previsto nel 2015 la Tari sfonda nel 2016 i 4 milioni di euro: 4.070.120 euro. Questo per il fenomeno più volte denunciato dei mancati incassi che determinano un Fondo crediti di dubbia esigibilità che deve essere accantonato in bilancio sempre con percentuali maggiori: 55% nel 2016, 70% nel 2017, 85% nel 2018 e 100% dal 2019. L’aumento progressivo della Tari, oltre ad aumentare la pressione tributaria sui cittadini, provoca l’effetto perverso e d’ingiustizia sociale di far pagare di più chi già paga”.

“Collegata alla Tari c’è la Tefa: la Provincia prevedeva una tassa pari al 5% della tariffa Tari per i Comuni che non superavano la percentuale del 45% di raccolta differenziata. Negli esercizi precedenti a quello 2015 il Comune di Signa ha dovuto pagare la tassa perché aveva una raccolta differenziata inferiore al 45% del totale. La Provincia, però, diminuì l’aliquota dal 5% al 4%. Dal 2015 la quota del 45% di differenziata è stata superata ma nel passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana si è stabilito che la Tefa deve essere pagata da tutti i Comuni e non al 4% ma al 5%; va da sé che maggiore è la tariffa, maggiore è la Tefa per cui i cittadini signesi oltre a una tariffa più alta, devono pagare una tassa provinciale più alta…”.

“Ultimo aspetto quello degli investimenti. Se le spese correnti aumentano, quelle per investimenti diminuiscono. Il Piano annuale delle opere pubbliche è sostanzialmente composto da tutto quello che era stato previsto e non realizzato nel 2015. Opere che, però, non toccano gli aspetti prioritari di Signa: la viabilità e l’emergenza cimiteri. Da evidenziare la presenza per l’ennesimo anno, come primo obiettivo del piano annuale delle opere pubbliche, il restauro dell’ormai mitico tabernacolo di via della Redina…”.